Turismo, calcio al Pescara Jet
Pescara – (Foto: il Pescara Jet, il porto canale e – sotto – il sindaco di Ortona Nicola Fratino) – LA NAVE E’ A ORTONA, DOVE DICONO: “BENVENUTA” – Il collegamento tra Pescara e la costa un tempo jugoslava, oggi croata, è stato per anni un vanto dell’Abruzzo, un meccanismo turistico valido, un propulsore estivo rivelatosi funzionale e proficuo, insieme con i voli charter e i collegamenti aerei con Londra e altri serbatoi turistici. Potremmo dire senza sbagliare che la nave per Spalato e i voli sono stati i soli pilastri del turismo abruzzese, mai decollato, mai animato da una politica di crescita e sviluppo. Si è vissuto sulle poche cose buone del passato: un traghetto e uno scalo aereo chiamato “Aeroporto d’Abruzzo”. Nome azzeccato, visto che è l’unico, non avendo lo scalo aquilano mai preso il volo, nemmeno quello starnazzante e goffo della gallina. Negli ultimi tempi, una parte dello scalo aereo aquilano è finita addirittura sotto sequestro a beneficio degli usi civici. Pagine nera di un Abruzzo depresso culturalmente e mentalmente.
Il confinamento del Pescara Jet nel porto di Ortona (dove si trova la nave SNAV, ben accolta e finalmente ancorata in un approdo sicuro) dà lo spunto al sindaco Fratino per dire: “Faremo di tutto per trattare bene la nave e i passeggeri”. Equivale ad un banvenuto. Nessun dubbio. Il porto di Ortona è un vero porto, ben gestito e in grado di svolgere il suo compito. Anche altri porti funzionano: Giulianova, Vasto. In sostanza, è Pescara che ha saputo distruggere e affondare il proprio, grazie ad annose carenze politiche, amministrative, burocratiche e chi sa quant’altro, di cui – se la politica fosse una cosa pulita e onesta – oggi qualcuno dovrebbe rispondere. La mazzata alla città , infatti, non sarà leggera. La pulizia dei fondali avverrà a settembre, quindi l’estate intera se ne va in fumo. Del problema si parla dall’inizio dell’anno. I pescatori hanno urlato e rotto vetri, prima di ottenere attenzione. Poi è arrivato il commissario Testa che, a ben guardare, non ha aureole, mantelli celesti, barbe fluenti e una bacchetta magica. Quindi miracoli non può farne. Si pulirà il porto a settembre, è tutto quel che può promettere, respingendo i velenosi assalti della politica: il PD ironizza e fa sarcasmo. Ma non è superfluo ricordare che maggioranze e opposizioni, a Pescara, sono ugualmente responsabili per il porto. Per anni di insabbiamento e mancati dragaggi. Se gli interventi non ci sono stati, non si ricorda neppure una forte presa di posizione di chi oggi critica e ricorre alla demagogia, come dice Testa.
Brucia apprendere dagli albergatori che la stagione sta appena dando segni di ripresa, dopo mesi di dati in rosso, perdite e crolli anche rispetto al modestissimo 2010. Non è che Pescara e l’Abruzzo abbiano dato una mano: se il turismo riprende fiato, è dovuto ad altre cause. Tutti hanno lasciando morire il porto canale. Suvvia, c’è solo da vergognarsi.
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