Che nostalgia quel vecchio PCI…

(di G.Col.) – Il vecchio PCI di una volta era granitico, ben organizzato, per niente trasparente, rigiorosamente avulso da qualsiasi meccanismo democratico interno. Era quello che era e non si poteva certo amarlo, ma funzionava a dovere. Il successivo PDS funzionava assai meno, oggi il PD appare sfilacciato e si esibisce – pur senza possedere una trasparenza comunicativa verso l’esterno – in storielle deprimenti come quella che ha portato alla scelta del segretario Mario Mazzetti per la provincia dell’Aquila. Niente da dire sulla persona, degna di ogni apprezzamento. Molto da dire sul metodo, sull’iter e sui retroscena. Non negati da nessuno, perchè innegabili. Il partito mostra campanilismi, divaricazioni, territorialismi, rivalità e zone di potere, lascia trasparire guerre di bande, scontri che non sono confronti, ma procelle. Insomma, l’esatto contrario di un partito che, se coeso, coerente, sicuro di sè e fermamente spalmato sul territorio, darebbe certezze. La gente ha bisogno di certezze e riferimenti. Il PD in questa avventuretta per la segreteria non ha dato proprio niente. E’ un serraglio, un reticolato in cui ruggiscono e si azzuffano in tanti, mentre le penne svolazzano. Se questa è la scelta del PD, faccia pure: non saremo noi a strapparci i capelli. Fatti suoi. Ma il confronto con il passato è irrinunciabile. Che nostalgia quel vecchio solido roccioso PCI. Che macchina oliata ed efficiente. Che reggimento perfettamente allineato. Niente democrazia? Ma se la democrazia è rissa, e ressa, serve solo a chi esibisce muscoli e pugnali tra i denti. Non ai cittadini e a chi ha ancora una pervenza di ideologia, di fede. Da rispettare come tale. Cosa che non è avvenuta. Ci ripenseranno?