Morte Barattelli, un vuoto per L’Aquila
L’Aquila – Lucio Barattelli, morto a quasi 90 anni, lascia un vuoto a L’Aquila, non solo per i suoi storici meriti nella società dei concerti fondata da Nino Carloni, ma per il rilievo della sua figura nel mondo imprenditoriale cittadino. I Barattelli sono impresai e costruttori di grande nome. Come era abituale un tempo, gli imprenditori amavano assumere anche il ruolo di mecenati nella loro città , accanto ad intellettuali – come fu per la musica Carloni – di inimitabile spessore e capacità . Lucio Barattelli, una vera istituzione a L’Aquila, un personaggio sempre presente e importante, è stato sicuramente un mecenate ma anche un colto e intelligente personaggio convinto che ad una città spettino ruoli di rango nel mondo culturale. Fu così che nel dopoguerra, tra rovine e dolori, L’Aquila alzò la testa, sospinta da suoi figli del calibro di Barattelli e Carloni, e divenne quella che a buona ragione – allora – venne definita, con un po’ di retorica tuttavia necessaria per farsi ascoltare, Salisburgo d’Italia. I concerti e la società divennero spina dorsale del mondo culturale e in città si susseguivano maestri ed esecutori di prestigio mondiale. Ancora una volta, nella città che sismica è sempre stata, rimase memorabile (e anche un po’ incosciente…) un sontuoso concerto nella basilica di San Bernardino nel 1950. Rischioso e un po’ incosciente, perchè a settembre la città era stata colpita da un terremoto superiore al 5 Richter (epicentro nella zona di Campotosto, risentimenti in tutto l’Abruzzo, a Roma e in Umbria) e la gente era terrorizzata. Ma la basilica si colmò ugualmente e il concerto andò benissimo.
Lucio Barattelli, grande aquilano, appartiene all generazione di quegli anni, che ebbe la sensibilità e il coraggio di ricostruire (dalla guerra) una città orgogliosa di perseguire anche finalità culturali. Negli anni successivi arrivò il Teatro stabile, allora aquilano e non abruzzese come oggi, fondato da Centofanti, Fabiani e Giampaola. L’Aquila spiccava il volo, e non era esagerazione. Un protagonista di quegli anni se ne va, vegliardo e stimato, Lucio Barattelli. Irripetibile il suo ruolo, come quelli di altri, in tempi davvero profondamente diversi dalle scalcinatezze malferme di oggi.
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