Non bastano i gemellaggi a salvarci
L’Aquila – L’ABRUZZO IMPOVERISCE, L’AQUILA MUORE – (di Lelio De Santis, IdV) – L’ultimo rapporto del C.R.E.S.A. ha disegnato un quadro regionale sul piano sociale ed economico fortemente critico e preoccupante, sottolineando l’indebolimento costante del sistema produttivo ed il forte calo dell’occupazione, soprattuto per quanto riguarda i giovani e le donne.
Prima ancora, il Comitato per le attività produttive della Camera di Commercio dell’Aquila aveva evidenziato le criticità del tessuto economico dell’area del cratere, sollecitando interventi strutturali ed investimenti adeguati.
Di fronte ad analisi tecniche oggettive ufficiali così nette e preoccupanti, in un Paese normale con Istituzioni normali, ed a maggior ragione in una Regione colpita dal terremoto, sarebbe stato scontato un immediato ed unitario sforzo politico ed amministrativo ai diversi livelli di Governo per rispondere all’emergenza economica ed alla disoccupazione che rovina il futuro dei giovani. Invece, la classe politica locale e regionale mostra di non capire la gravità della situazione, che rischia di esplodere e di travolgere tutti, e risponde con iniziative di facciata inutili, se non provocatorie, come il gemellaggio fra i due Capoluoghi di Regione, L’Aquila e Pescara, i cui Sindaci si sono subito affrettati a celebrare come evento innovativo e risolutivo di ogni problema.
Il vecchio e dannoso campanilismo fra L’Aquila e Pescara, fra Zone Interne e Zone costiere, va superato con politiche di sviluppo che realizzino una reale integrazione, con investimenti tesi a valorizzare le diverse specificità territoriali e con riforme coraggiose dell’organizzazione istituzionale, e non con operazioni mediatiche di facciate o con eventi celebrativi. Il Consiglio e la Giunta Regionale hanno il dovere di pensare alla soluzione dei problemi dello sviluppo e del lavoro: si chiudano in una stanza tutti gli eletti e trovino le risposte e le risorse per cominciare a dare segnali concreti ai giovani abruzzesesi, invece di esercitarsi in polemiche inutili o in annunci a cui non seguono mai fatti concreti.
Intanto, questa classe politica di maggioranza e di minoranza dia un segnale di solidarietà e di moralità a chi ha perso il lavoro o a chi non sa come arrivare alla fine del mese: tagli le sue indennità , rinunci ai tanti privilegi, elimini i gettoni di presenza incassati solo con una firma del verbale di seduta e, magari, devolva una mensilità per i parenti delle 309 vittime del terremoto, che non hanno meritato alcuna attenzione o sostegno da parte della Regione Abruzzo.
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