Gaspari (2): addio di grande commozione


Gissi – ORA RIPOSA NEL CIMITERO DEL SUO PAESE AMATISSIMO – DI GIUSEPPANTONIO – I partecipanti al rito funebre hanno tributato un fragoroso applauso al ricordo di Gaspari fatto dal sindaco Nicola Marisi. Poi l’assemblea si e’ sciolta nelle lacrime quando, a ringraziare i presenti e’ stato il figlio dell’ex ministro, il chirurgo Lucio Achille che ha citato dapprima Cicerone: ‘Non c’e nessuno cosi’ vecchio a non sperare di vivere un anno ancora’ e poi, guardando il cappello da bersagliere sulla bara del padre, ha detto con la voce rotta dall’emozione: ‘Come il bersagliere che con il suo coraggio spinge i compagni alla lotta, cosi’ anche lui da lassu’ ci spinge a conquistare un futuro radioso”. Prima della conclusione del rito, don Michele Fiore ha detto: “Vi rivelo un segreto. Quando ha chiuso l’ospedale di Gissi ho chiesto all’ex ministro se proprio non si potesse far niente per evitarlo. Adesso che Zio Remo si trova davanti al Signore gli chiedo – ha concluso sorridendo – di patrocinare l’ospedale del suo paese natio”.
“Gli abruzzesi ti porteranno sempre nel cuore perche’ i “grandi” come te, insigne maestro, non muoiono mai!”. Sono le parole con cui il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha ricordato la figura di Remo Gaspari concludendo il suo intervento al termine del rito funebre che si e’ celebrato a Chieti, nella Cattedrale di San Giustino. “Molti pensano che fare politica sia soprattutto sinonimo di cinismo – ha sottolineato Chiodi – ed invece Remo Gaspari e’ stato l’artefice di una politica permeata di grande umanita’ e caratterizzata, al tempo stesso, da un approccio estremamente pragmatico. Questa e’ la vera forza di un politico, non certo un indice di debolezza. Gaspari – ha proseguito – oltre ad essere stato un grande uomo, rappresenta un pezzo importante della nostra storia. Ci mancheranno molto il suo carisma e le sue intuizioni strategiche”.

DI GIUSEPPANTONIO – Con parole sincere il presidente Di Giuseppantonio ha salutato l’amico Remo Gaspari. “Con profonda commozione rivolgo per l’ultima volta il mio sincero saluto a Remo Gaspari, l’amico dell’Abruzzo, un protagonista assoluto della storia del nostro Paese che non dimenticheremo mai.
Essere qui è la forma di riconoscenza più vera di un popolo che vuole ricambiare l’amore che Gaspari nutriva per la sua terra e per la sua gente.
Diciamolo pure: con lui probabilmente oggi tramonta una stagione politica indimenticabile, forse irripetibile per la nostra regione. Tutti noi che l’abbiamo vissuta in prima persona al suo fianco ne siamo consapevoli.
Non si possono dimenticare facilmente le speranze e le battaglie che abbiamo condiviso. Ma non si possono dimenticare nemmeno la straordinaria fedeltà ai propri ideali, la passione che lo animava, la concretezza del suo agire: valori che appartengono solo agli uomini forti, a quelli capaci di fare la storia.
E Remo Gaspari la storia l’ha fatta davvero, il destino gli ha riservato una vita impegnativa ma ricca di soddisfazioni. Ha indirizzato il cammino di una regione, verso una crescita che ha regalato un benessere inimmaginabile. A Roma, poi, la sua voce contava, davvero.
Eppure, nonostante la sua straordinaria autorevolezza, nonostante la sua presenza palpabile negli ambienti istituzionali e politici romani, non è mai stato un frequentatore dei salotti buoni della politica e della finanza: preferiva essere al fianco degli umili, perché aveva capito la gioia che sta dietro un semplice gesto di aiuto concreto verso chi ne ha davvero bisogno.
A questo proposito mi viene in mente un’espressione di Paolo VI, secondo cui “La politica è la più alta forma di carità Cristiana”: ebbene, credo che nessuno sia riuscito a interpretare meglio di Gaspari questo messaggio. Lui è sempre stato un uomo umile, profondamente attaccato alla sua famiglia, alla sua terra, alla sua gente; ha sempre difeso l’Abruzzo con tutte le sue forze e in ogni occasione.
E’ ancora viva nei nostri cuori la sua voce autorevole ma libera. Quanto ci mancherà, caro Ministro, e quanto ci mancheranno il Tuo modo di fare e di essere.
Sentiremo la mancanza dei Tuoi preziosi consigli, e forse sentiremo anche la mancanza delle tue innate doti di leader: oggi sarebbero state di grande aiuto per un’intera comunità che si pone sempre più spesso interrogativi sul proprio futuro.
Un’ultima riflessione la vorrei dedicare alla distanza che c’è tra la sua politica e quella di oggi. Se si pensa che per quasi 20 anni hai finanziato con la tua pensione una segreteria al servizio dei cittadini, verrebbe da chiedersi: perché? Eri forse agli esordi di una carriera politica? Pensavi forse di riservarti uno scranno nel Parlamento dei Giusti? Beh, stai tranquillo, Ministro, il Tuo posto c’è già, è la gente che oggi è qui a onorarTi e salutarTi per l’ultima volta che te l’ha attribuito.
Tu hai rappresentato l’Abruzzo migliore, per questo sono orgoglioso di averTi avuto come Maestro e di aver condiviso con Te le speranze, le battaglie e un percorso politico che ha regalato alla nostra regione un’irripetibile stagione di benessere. Sta a noi amministratori e politici rilanciare la Tua sfida. E lo faremo, te lo dobbiamo. Come forma di ringraziamento tangibile per tutto quello che hai fatto per il nostro Abruzzo e per ognuno di noi.
Grazie Ministro”.


21 Luglio 2011

Categoria : Cronaca
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