Domenica era … Rugby!!!!
L’Aquila – (di pp2) “Domenica è rugby!” Era lo slogan che il carissimo Dino CECCHINI aveva inventato negli anni ottanta tappezzando la città per ricordare agli aquilani che L’AQUILA RUGBY scendeva in campo alle 14,30 allo stadio comunale T. FATTORI. Una volta, nella nostra città il rugby era come una sorta di “bella parentela” cui tutti erano orgogliosi di appartenere. Il rugby ci univa tutti, specie la domenica. Già la domenica! A L’Aquila era scandita dal risveglio con l’odore del sugo che bolliva in cucina, poi si usciva per andare a Messa, quindi la passeggiata sotto i portici, prima del pranzo a casa, coi parenti, con la lasagna, i cannelloni e le paste fresche di Tironi, Chilante o di Giulio al Torrione. Alle due e dieci … i saluti di fretta …. “Scusate ma gioca L’Aquila Rugby …. “ e di corsa allo stadio per vedere la partita della Serie A, dei nostri Campioni. Ci andavamo tutti o quasi, perché in qualche modo scendevamo tutti in campo coi giocatori: perché tra loro c’era un nostro figlio, nipote, amico o parente, compagno di scuola o collega, qualcun altro invece veniva allo stadio solo perché la mattina aveva incontrato alla piazza MASCIOLETTI, DI CARLO o PELLICCIONE che lo avevano salutato e quindi … era doveroso ricambiare; altri infine, digiuni di rugby, venivano perché la domenica era tradizione come andare sotto i portici, ci trovavi più o meno tutti.
Purtroppo oggi le domeniche non sono più tali … Neanche la città è più quella di prima ma certo almeno L’AQUILA RUGBY avrebbe potuto rimanere se stessa. Invece non è così.
Ormai anch’essa, come le altre istituzioni non scalda più il cuore degli aquilani perché non ci identifichiamo più in esse. La responsabilità, riguardo a L’Aquila Rugby, è di tutti noi: di chi in questi anni ha gestito e scisso in due la società ma anche di quelli che si sono allontanati dal club non condividendone le scelte e le divisioni ma così favorendo il declino che oggi sta comportando la scomparsa dei principi e valori che da sempre il rugby a L’Aquila rappresentava, insegnava e trasmetteva alle nuove generazioni: gli aquilotti, le aquile che crescevano nei vivai a fianco dei campioni della serie A.
Il dopo il terremoto avrebbe potuto essere un’occasione di rilancio per L’AQUILA RUGBY ma troppi e gravi sono stati i limiti di chi non ha saputo, nonostante la sovraesposizione mediatica e l’(ab)uso dell’immagine della squadra nel 2009/2010, reperire ed indirizzare fondi ed interventi per realizzare o ristrutturare un campo da rugby degno di tal nome, riformare una pianta organica della società o anche solo realizzare una club house dove potersi ritrovare, riunire, parlare e vivere di rugby, specie in questi tempi in cui la mancanza di punti di ritrovo sociale per i ragazzi è pressoché assoluta .
La responsabilità è quindi di tutti noi, complici consapevoli o inconsapevoli di questa triste eutanasia del rugby.
Ormai non sentiamo quasi più L’AQUILA RUGBY come un bene proprio e personale: mio, tuo, suo nostro … ma lo percepiamo ormai soltanto come … loro.!!!
Abbiamo tutti abdicato: nessuno più sottoscrive la tessera di abbonamento o di sostenitore, nessuno sa (se poi è ancora possibile?) come farsi socio della società, nessuno si informa più se la squadra si iscriverà o no al campionato e chi sarà l’allenatore, i giocatori, gli stranieri (non più quelli forti come Rob LOUW sic!).
Una delle risposte credo possa ritrovarsi nella premessa : Oggi la città è diversa, la domenica è diversa ed il Rugby pure. L’Aquila Rugby non entra più in casa nostra perché non abbiamo più parenti o amici o conoscenti o vicini di casa o colleghi di lavoro che scendono in campo (quale?); non c’è più il bar SCATAGLINI o il TAMBO dove andare per incontrare i giocatori neroverdi. Oggi, addirittura non c’è più nessuno che mi dica: Domenica andiamo a vedere L’Aquila Rugby? D’altronde, come potrebbe se ormai si gioca …. di sabato? E lì, al Fattori, il sabato sono rimasti solo loro, distanti, in pochi e nemmeno tanto parenti!
Allora rivolgiamo un appello agli imprenditori che vorranno impegnarsi nel salvataggio di questo pezzo di storia aquilana ad impegnarsi con passione e con serietà, per restituire a tutti noi L’AQUILA RUGBY capace di unire ed appassionare gli aquilani, così da restituirci quella dignità e fierezza (almeno sportiva) che purtroppo, ogni giorno di più, sembra scomparire nelle becere beghe della tanto proclamata ricostruzione cittadina .Magari sapremo comprendere che c’è bisogno di ricostruire prima gli aquilani e poi la città.
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