Mostra di Rodriguez a San Domenico
L’Aquila – Radici si chiama una mostra nel chiostro di San Domenico, che sarà inaugurata stasera alle 17,30. E’ spesso la realtà ad ispirare l’opera di Raul Rodriguez. Sia che derivi da fatti di cronaca, memorabile resta l’installazione dedicata all’eccidio di piazza Tien’anmen, sia che nasca semplicemente dall’osservare la realtà; dal guardare attentamente quello che ognuno di noi ha la fortuna di avere intorno a se quotidianamente. Siano campi sterminati o foreste, città o piccoli borghi. Tutto può diventare fonte di nuove creazioni, così anche le radici, simbolo di forza e potenza della natura e iconografia per eccellenza del legame fortissimo con madre terra, diventano soggetto perfettamente riconoscibile negli ultimi lavori che Raul Rodriguez propone in questa mostra che porta proprio il titolo: “Radici”. Ed è questa, senza tanti giri di parole, la genesi delle opere esposte. Le Radici possono diventare tutto anche mostri enormi e tentacolari nell’installazione che da il titolo alla mostra e dove è ben evidente il confronto tra esse e l’uomo, moderno però perché ridotto a sagoma tanto da sembrare un omino appena uscito da un’opera di Keith Haring. Inizia così il percorso alla scoperta di questi oggetti fatti di tutto e si parte sempre dalle radici…poi, mano a mano che guardi e capisci, leggi altro. Ti rendi conto che queste radici possono diventare alberi e rami, ma anche case e palazzi e opere d’arte nell’opera d’arte. Così dalla radice si arriva alla sagoma di un trittico rinascimentale dalla tipica cornice dorata dove però al posto della rappresentazione lo sguardo si perde in un azzurro intenso; in “un cielo senza riparo”.
Da qui il pensiero corre veloce all’altro e profondo significato che la parola radici porta in sé. Quello del legame con la propria terra, con la propria storia e con la propria memoria.
Immediato scatta allora il rimando al terremoto per chi come gli aquilani e come Raul Rodriguez argentino ma ormai aquilano d’adozione, hanno vissuto e sperimentato la forza devastante della natura, il suo potere di sradicamento e rottura. Così il ritorno alla radici diventa anche ritorno alla propria e alla storia comune. Una storia da non perdere nonostante tutto, perché unico e solo legame con la propria terra, con la propria città, con la propria memoria senza la quale è impossibile andare avanti ricostruire o ri – costruirsi. Proprio come gli alberi forti e generosi perché ben saldi alla terra grazie alle loro radici.
La mostra resterà aperta fino al 28 luglio dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 18.00
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