Dall’Abruzzo affetto, memoria e commozione


L’Aquila – (G.Col.) – L’Aprutium 2011, premio per le persone illustri in tutti i campi, è stato assegnato oggi in consiglio regionale a Remo Gaspari, 90 anni, una vita lunga e incontenibile per la politica e per la sua terra. Padrino, grande raccomandatore, gran mietitore di voti, e in tanti altri modi lo hanno chiamato, oltre che affettuosamente zio Remo. Tutti comunque, contigui e avversari (soprattutto questi ultimi, sempre timorosi della sua potenza e della sua bravura), hanno sempre riconosciuto a Remo Gaspari un profondo sentimento di vicinanza alla sua terra abruzzese. Che con lui, diversi anni orsono, crebbe fortemente e si affiancò alle regioni più benestanti e sorgenti dell’intero paese. Grandi opere pubbliche (magari doppie… per accontentare il grande amico-avversario Lorenzo Natali, aquilano), migliaia di posti di lavoro, una serietà politica di intenti e di prese di posizione in seguito scomparsa del tutto. Clientelismo? Sicuro, ma l’Abruzzo aveva bisogno di tutto e da Gaspari si bussava senza dover esibire tessere di partito o attestati di fedeltà. Si andava perchè si aveva bisogno di aiuto, e Gaspari ascoltava. Poi diceva sì o no, più sì che no. E così inflessibilmente era: sì oppure no. Un uomo, oltre tutto, di parola e con una sola parola. Ma anche un politico intelligente, lungimirante, capace di vedere il futuro, di svecchiare la classe politica pensionando i cialtroni. Un uomo coetaneo di un Abruzzo che, piaccia o non piaccia a chi antepone ideologie a fatti, cresceva davvero, ex terra di emigranti, che oggi torna ad essere la terra dei disoccupati, dei cassintegrati, dei precari. Terra patiniana, dolorosa e stracciona che ancora chiede alla politica, ricevendo spesso solo ambiguità, false promesse, risposte di rigore ipocrita e fasullo. Bugie e falsità trascinate nel tempo per trarne benefici elettorali immeritati. Gaspari traeva immensi benefici elettorali (una volta fu il parlamentare più votato in Italia, dopo Berlinguer, che però era del PCI), ma non senza aver dato a piene mani alla gente che glielo chiedeva. Quella era l’Italia e così bisognava fare. Oggi questa è l’Italia, e non c’è da fare nulla, tra scandali, balletti, immoralità e disonestà. Stiamo meglio? Risposta difficile. Auguri, “don” Remo Gaspari. Affetto e commozione dal “tuo” Abruzzo: chi ha memoria non dimenticherà. Chi sta imparando a conoscerti meglio, oggi, nel momento della austera novantina, forse rifletterà in cuor suo.


12 Luglio 2011

Categoria : Cronaca
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