IdV-Cospa su alterazione dati latte
L’Aquila – (Foto: Mascitelli e Rossi) – Il Sen. Alfonso Mascitelli, Coordinatore dell’IDV Regione Abruzzo, in collaborazione con il Cospa Abruzzo, rappresentato dal Presidente Dino Rossi e la Coordinatrice IDV Abruzzo Donne Lucia Proto, ha portato avanti l’interrogazione al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sull’alterazione dei dati produttivi nazionali del latte vaccino e ha chiesto se egli abbia intrapreso delle misure per stroncare questo fenomeno illegale e lesivo della nostra economia.
Nei giorni scorsi, è stato individuato dal corpo dei Carabinieri del Nac un sistema che attraverso l’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ha alterato i dati produttivi nazionali del latte. L’inchiesta, arrivata sul tavolo di 32 Procure italiane, ha evidenziato come alcuni funzionari dell’Agea, responsabili del Sian (Sistema informativo agricolo nazionale), hanno modificato l’algoritmo utilizzato per il calcolo del numero dei capi da latte e del numero dei giorni di lattazione, in modo tale da far risultare un numero di capi compatibile con il livello produttivo dichiarato dalla stessa Agea all’Unione Europea.
Nelle indagini sembrerebbe coinvolto anche l’Istituto zooprofilattico di Teramo (Izs), responsabile di alterare i dati tanto da far vivere le mucche 83 anni invece di 8; tutto questo per poter denominare di origine italiana il latte proveniente dalla Romania, uno dei Paesi in cui i controlli sanitari sono scadenti: latte acquistato, importato dalle grandi catene di distribuzione, lavorato dai colossi del latte, per poi essere immesso sulle tavole degli italiani e venduto come il latte “della Lola”, come in una nota pubblicità del settore.
Il meccanismo sembra retto anche da un groviglio di società di controllo, create appositamente al fine di far perdere le tracce dei responsabili, nelle quali sembra compartecipino anche alcune organizzazioni sindacali.
I carabinieri hanno accertato anche ingenti quantitativi di quote latte revocate da parte delle Regioni, a causa della mancata segnalazione da parte dell’ente responsabile, Agea; quote che annualmente dovrebbero essere ridistribuite gratuitamente ai produttori. Ciò costituisce una truffa non solo ai danni dell’Unione Europea, che ha versato titoli Pac non dovuti, ma anche nei riguardi delle aziende produttrici, private delle assegnazioni di quota alle quali avrebbero avuto pieno diritto. Assegnazioni che avrebbero consentito invece ai produttori, di poter incrementare la produzione, evitando di incorrere, eventualmente, in sanzioni per il famoso “splafonamento”. Sono state, inoltre, individuate migliaia di aziende agricole che, nella banca dati nazionale detenuta dall’Izs di Teramo, risultano prive dell’autorizzazione alla produzione di latte.
Il Sen. Alfonso Mascitelli, dichiara che: “A causa di questa concorrenza sleale che prosegue, contrariamente a quanto dettato dai regolamenti sulla tracciabilità, con sempre maggior frequenza, le aziende vere chiudono. Questa prassi scorretta ha arrecato danni gravissimi, non solo agli allevatori, ai quali sono state comminate pesantissime sanzioni (in molti casi tali da costringere le aziende zootecniche interessate alla chiusura), sebbene le loro produzioni non avessero mai complessivamente superato la quota nazionale assegnata dall’Unione europea, ma ha arrecato gravissimi danni anche allo Stato italiano che nel tempo, in virtù delle sanzioni comminate e non versate alla stessa Unione, si è visto decurtare i previsti finanziamenti comunitari per la Pac (Politica Agricola Comune)”.
La Coordinatrice Donne IDV Lucia Proto sottolinea che: “Il consumo di latte vaccino che non viene controllato a livello sanitario, può generare l’effettivo aumento che si sta verificando, delle patologie di intolleranza e allergia al lattosio e alle proteine del latte, sia nei bambini, sia negli adulti. Queste truffe atte a far risparmiare solo alcuni grossi produttori, arrecano un danno ingentissimo all’allevamento, alla produzione di tipo non industriale e alla filiera corta, che l’Italia dei Valori invece propone di incentivare economicamente proprio perché garanzia di bontà, di salute e di esportabilità dei nostri prodotti all’estero.”
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