Ofena, si temono infiltrazioni mafiose
Ofena – Preoccupazione ad Ofena, ma evidentemente non solo ad Ofena, per possibili infiltrazioni mafiose. In passato alcuni camorristi furono identificati ed espulsi in tempo. Ora il problema riguarda una cava, quella di Collelungo, una zona prossima a importanti reperti archeologici dell’antica Aufinum. Il COSPA Abruzzo ha inviato al prefetto, alla magistratura, alla Regione e alla questura dell’Aquila un esposto riguardante la cava di Collelungo. “Alcuni concittadini e aderenti del Cospa – scrive Dino Rossi – si sono rivolti allo scrivente manifestando serie preoccupazioni per le strane vicende legate alla cava di inerti in località Collelungo, coltivata da una ditta il cui contratto decennale scadeva a maggio 2009, contratto tacitamente prorogato per altri 10 anni, come espressamente previsto nello stesso, di uguale durata della concessione regionale. Il comune di Ofena ritiene invece scaduto il contratto ed emette nuovo bando di gara per la coltivazione della cava. Il TAR, cui ha fatto ricorso la ditta attualmente coltivatrice della cava che ritiene comunque prorogato il contratto, pur non ritenendo infondata la richiesta della stessa per la durata del contratto, fissa l’udienza di merito per il 3 dicembre 2009 e in considerazione di una proroga fatta dal comune alla ditta fino al 31.12.2009, fa salva la possibilità del comune di indire comunque una asta, in attesa dell’udienza e della sentenza di merito che avverrebbe comunque prima della fine della proroga al 31.12.2009. Il Sindaco di Ofena decide comunque di indire subito l’asta e pubblica sul sito del Comune il Bando di gara che prevede una nuova concessione regionale e un nuovo progetto di coltivazione e ripristino ambientale dell’area. Le preoccupazioni sorgono in ordine a tutta una serie di riflessioni e più precisamente in ordine al bando di gara, alla regolarità di alcune delibere, ma soprattutto circa possibili infiltrazioni mafiose.
Già è accaduto anni fa che la stessa amministrazione abbia affidato, magari inconsapevolmente, pascoli a noti camorristi, prontamente allontanati dalla polizia, (malavitosi poi assassinati in un regolamento di conti). In questo momento in cui con il dopo terremoto si scatenano gli appetiti delle organizzazioni di tipo mafioso, permettere la partecipazione alla gara anche raggruppamenti o consorzi di imprese non meglio identificati e anche non costituiti, con un prezzo a base d’asta molto minore di quello attualmente pagato dal concessionario, può consentire l’ingresso di imprese o ditte legate alla criminalità organizzata. Ingresso per altro molto appetibile in un settore chiave per la ricostruzione come quello degli inerti. Esistono infine rischi sul mantenimento dell’attività estrattiva”.
(Nella foto: Scorcio di Ofena)
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