Salone, per Chiodi ottimismo e speranza
L’Aquila – “Questo Salone ci riempie di ottimismo e di speranza, rappresenta simbolicamente l’inizio della ricostruzione percepibile. Abbiamo tutto il mondo che ci guarda. L’immagine che abbiamo dato finora non è quella che avremmo voluto trasmettere. Vogliamo mostrare invece la voglia di scommettere, l’assunzione di responsabilità, l’efficienza e la determinazione, il bisogno di misurarci con una sfida che il destino ci ha posto e di cui siamo gli attori”. Lo ha detto oggi il Commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi, all’inaugurazione del Salone delle ricostruzione, l’evento fieristico organizzato dall’Ance Abruzzo e da Carsa, per presentare le proposte più innovative per la ricostruzione privata e pubblica nei 57 comuni del cratere e per il restauro dello straordinario patrimonio architettonico ferito dal terremoto. “Quando dico ricostruzione percepibile è perché finora non è bastato: ricostruire 83 scuole in poco tempo assicurando la ripresa tempestiva dell’anno scolastico per 17.000 studenti; permettere di tornare all’Aquila a più di 50mila persone con un programma di assistenza che non ha precedenti; far sì che l’università non morisse e tuttora mantiene 23mila iscritti; mettere in sicurezza 1000 palazzi e chiese nel centro storico di cui il 90 per cento delle strutture vincolate o di pregio, nel centro storico dell’Aquila; impegnare i progettisti giorno e notte, far partire 17.000 cantieri nel cratere, ricostruire l’ospedale con nuove sale operatorie e nuovi servizi. Non è bastato tutto questo – ha continuato Chiodi – perché finché non arrivano la zona franca e i cantieri per il centro, la ricostruzione non è percepibile. È stato fatto invece un lavoro enorme fino ad oggi su tutta la parte normativa, sulla progettazione che servirà a dimostrare le tecniche innovative dei nostri costruttori. Qui al Salone non c’è politica faziosa – ha concluso il Commissario – c’è gente che lavora: progettisti, ditte e imprese che si rimboccano le maniche e lavorano. Qui vedo l’alacrità e la positività delle persone che operano in maniera attiva. Qui c’è il Paese vero, non mediatico, ed è questa l’immagine che L’Aquila e l’Abruzzo vogliono dare al mondo”.
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