Giustizia senza giudici
(di G.Col.) – Il terzo tribunale d’Abruzzo, come entità del lavoro svolto, quello di Avezzano, è senza giudici. Ce ne sono meno di quanti ne occorrerebbero, sei su 11, e per di più distaccati, nel senso che vengono “prestati” da Sulmona e L’Aquila. Inoltre, si aspetta la nomina del presidente da un anno e mezzo. A molti avvocati sembra, ed è difficile dar loro torto, che tutto ciò nasconda (male) un occulto (ma non tanto) disegno di soppressione del tribunale marsicano. Da anni si parla si chiudere i tribunali “minori”, ma quello di Avezzano non lo è. Allora? Spiegazioni, come in tante altre situazioni di questo paese inesplicabile che è l’Italia, non ce ne sono. O forse ce ne sono, ma non è dato al cittadino conoscerle. Viviamo in una democrazia spesso celata, nel senso che forse c’è, ma non si manifesta. Tutto può essere spiegabile: carenza di magistrati e di personale, carenza di dotazioni moderne, tecnologie preistoriche in una giustizia fatta ancora di carta e inchiostro, notifiche a mano che spesso non avvengono, causando il rinvio di processi. Non è spiegabile, invece, che un supremo organo dello Stato impieghi un anno e mezzo per nominare il presidente di un tribunale. Tutto ciò lascia à dito alle peggiori supposizioni, al timore che i metodi della politica siano arrivati davvero in ogni meandro dello Stato. La prova del decadimento inarrestabile del costume, delle regole, dei principi democratici. Oppure, semplicemente, qualcuno che persino nei piani più alti dello Stato, dorme sonni profondi.
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