Bufale sismiche: piano evacuazione e sede INGV


L’Aquila - (Immagini: novembre 2010, Boschi firma sotto gli occhi del sindaco per la sede INGV a L’Aquila – La mappa della pericolosità sismica del Centro-Sud Italia) - Le bufale sismiche per L’Aquila si protraggono nel tempo, ora siamo quasi al 6 luglio, 27 mesi dal cataclisma. Non è cambiato niente nel corso del tempo. Che è tanto. Il piano di evacuazione e delle aree attrezzate per l’accoglienza della popolazione in caso di terremoti. Non c’è. Non c’era prima del terremoto. Abbiamo sperimentato la sua drammatica assenza la notte del 6 aprile 2009. Scrivevamo nello scorso febbraio: “Rimane il fatto che, se ci fosse il terremoto, un vero piano non ci sarebbe, la popolazione risulterebbe informata a livello zero; non ci sarebbero aree davvero attrezzate, nè segnaletica per raggiungerle. Uno dovrebbe ricordarsi a memoria un comunicato del comune, magari di qualche mese fa, e farfugliare tentando di chiamare numeri che nel week end non rispondono, come quello indicato ieri da Linea Amica… Questa città, diciamo in sintesi, non è pronta nè attrezzata a dovere. Questo è quanto, 23 mesi dopo il terremoto. E Riga è l’assessore alla Protezione civile, cioè – a L’Aquila – l’assessore più importante”.
Vi furono polemiche con il Comune, furono diffuse precisazioni e assunti impegni. Venne diramato un elenco definito aggiornato delle aree di raccolta, che ogni cittadino dovrebbe ricordare a memoria, una serie di piazze, larghi, spazi sterrati del tutto privi di un minimo di attrezzatura. L’elenco, a ben guardare, era lo stesso di alcuni mesi prima. Diceva in sostanza, per esempio a chi risiede nella zona dei carabinieri: “Se c’è il terremoto, vai verso piazza d’Armi”. Come dire: “Se piove, apri l’ombrello”, oppure “se hai freddo, copriti meglio”.
Un cocktail di insipienza e presa in giro della gente.
Trascorsero altri mesi, siamo alla vigilia del 6 luglio, 27° mese. Non è accaduto assolutamente nulla. Non è comparso nemmeno un cartello segnaletico. Ce ne sono alcuni dentro l’area dell’emiciclo regionale: verdi con delle frecce che indicano in modo stilizzato un luogo di concentrazione. Niente fuori, niente lungo le strade, il piano è ancora nella fase (forse) di preparazione. La città più sismica d’Italia non è pronta, non è attrezzata, forse non sapeva di essere sismica o forse aveva degli amministratori convinti che i terremoti fossero un’eventualità remota, qualcosa che “tocca ad altri”. E andiamo avanti così, tra silenzi, bocche sigillate. Per fortuna lo sciame sismico durato fino a qualche mese fa sembra essersi esaurito. L’ultima scossa rilevante nello scorso maggio. E la sede dell’INGV, l’istituto nazionale di geofisica, per la quale vi furono annunci, forto di firme, impegni e previsioni di imminente apertura in centro? Non se n’è più saputo nulla. Un paio di mesi fa chiedemmo in un servizio notizie sulla famosa firma apposta dal presidente Boschi, sotto gli occhi del sindaco Cialente. Tentammo di sapere qualcosa anche chiedendo in Comune. Sentore di bufala. E come sempre, nessuno che avverta il dovere di informare i cittadini su come davvero stanno le cose. Stile aquilano.


03 Luglio 2011

Categoria : Cronaca
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