AMAMI al San Salvatore
L’Aquila – (di Carlo Di Stanislao) – Gli ultimi anni vedono una vera e propria esplosione del fenomeno della responsabilità professionale medica, con costante e progressivo aumento dei procedimenti penali e civili a carico dei medici e delle strutture sanitarie. Paradossalmente, i progressi della scienza medica e l’affinamento delle tecniche operatorie non hanno portato come sarebbe stato logico aspettarsi ad una diminuzione del contenzioso. L’evoluzione dell’ars medica, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso ha esaltato eccessivamente nell’opinione pubblica i successi raggiunti, facendo dimenticare che nella scienza medica sussiste pur sempre un rischio intrinseco. In secondo luogo, oggi, il medico si trova di fronte un cittadino esigente, forte della consapevolezza dei progressi raggiunti in medicina che non prende più come accadeva un tempo, per oro colato ogni diagnosi ed è pronto a rivolgersi ad altre strutture per ulteriori controverifiche sulla prestazione medica compiuta precedentemente. Se questa è la causa principale dell’incremento dei processi, a ciò si accompagna l’oscillazione continua della nostra giurisprudenza, in quanto i trattamenti sanitari che diventano oggetto di giudizio sono molteplici e vari. Un quadro piuttosto negativo emerge dal rapporto della commissione parlamentare sugli errori sanitari, che comprende il periodo che va da aprile 2009 a settembre 2010. Durante questi 18 mesi, i casi di malasanità in Italia sarebbero stati 242, di cui 163 conclusi con la morte del paziente, ossia in media una persona ogni 3 giorni. Le 163 vittime, sulle quali si pronuncerà la magistratura, sono imputabili alcune all’errore medico, altre a disservizi o a carenze strutturali. Eppure per l’OMS siamo una delle migliori sanità pubbliche al mondo, appena dietro Svezia e Francia. I presunti errori medici riguardano prevalentemente gli interventi chirurgici (66% del totale delle segnalazioni di malpractice), ed in particolare ortopedia (18%), oncologia (12%), chirurgia generale (9%), ginecologia-ostetricia (7%), odontoiatria e oculistica (5% iascuno). Segue il presunto errore durante la diagnosi, con il 28% dei dati generali. Nella hit degli interventi di ortopedia interessati dall’errore, spiccano quelli all’anca (15%), al ginocchio (14%), al piede (11%) e alla colonna vertebrale (10%), che nel loro insieme sommano la metà delle segnalazioni relative alla citata area specialistica. La malpractice in oncologia sembrerebbe accanirsi nei confronti dell’apparato genitale femminile, l’apparato gastrointestinale e i polmoni. Ad indicarlo, sia il fatto che la metà delle segnalazioni in tema di malpractice in oncologia lo riguardino, sia il fatto che i principali tumori interessati dalla malpractice sono quello alla mammella, al polmone e al colon. In particolare, in un contesto di diminuzione di segnalazioni, sono in aumento le segnalazioni riguardanti presunti errori medici collegato a casi di tumore al fegato (+3%) e all’utero (+2%). In positivo, si sono ridotte ciascuna del 3% le segnalazioni relative a malpractice abbinata a tumore alla mammella e al polmone. Limitatamente ai singoli interventi nell’area della chirurgia, registriamo un forte aumento di casi di chirurgia addominale (+10 punti percentuali rispetto al ’06) e di colecisti (+3%) a fronte di una diminuzione di casi in merito ad interventi di ernia (-4%), prolassi (-3%), noduli & cisti (-1%), mano (-3%), tiroide (-3%), soprattutto interventi gastrici (-6%). Rispetto al 2006, sono aumentate (del 14%) le segnalazioni inerenti sia problemi o complicanze verificatisi durante interventi ginecologici che problemi per la partoriente insorti durante l’assistenza al parto (+3%). In aumento anche i casi di errate o mancate diagnosi di patologie ginecologiche (+3%). Di contro, diminuiscono i problemi insorti al bambino a causa del parto (-12%); le errate diagnosi di patologie prenatale (-4%). E’ evidente come sia davvero urgente, per dare un segnale di discontinuità con il passato, rendere obbligatorie su tutto il territorio nazionale alcune misure come: analisi delle segnalazioni dei cittadini in tema di sicurezza (carenze igieniche, comportamenti degli operatori, errori, infezioni); mappatura dei rischi; piani aziendali per la prevenzione del rischio; presenza del risk manager in tutte le strutture sanitarie; campagne per la sicurezza su temi come il lavaggio delle mani, la corretta identificazione del paziente, prevenzione delle cadute;valutazione dei dirigenti in relazione alle politiche aziendali messe in campo per la prevenzione del rischio;registro nazionale degli errori.Maurizio Maggiorati, presidente della Associazione AMAMI (Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente), che conta 35.000 iscritti e che ha stipulato una recente convenzione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri de L’Aquila, terrà una conferenza, con inzio alle ore 15,00, presso la sala riunioni del S. Salvatore, il prossimo 8 luglio. Da qualche anno in Italia vengono proposti “Corsi di Rischio Clinico”, ossia corsi che mirano a ridurre il rischio che ha il sanitario di incorrere in un errore, uno sbaglio che danneggerà un paziente. E’ giunto il momento di affrontare anche un altro tema: il “rischio giudiziario” che corrono i medici ogni giorno e fornire loro gli strumenti idonei a prevenirlo. Mentre A.M.A.M.I. si adopera – con ogni mezzo ed in ogni ambito- per contrastare il contenzioso infondato, è fondamentale che i medici imparino ad agire cautelandosi dal contenzioso infondato. E’ acclarato che sebbene gli errori -imputabili ad esclusiva responsabilità del medico- siano pochi ed in calo, le denuncie sono tante ed in aumento. I medici italiani si confrontano quotidianamente con Informazioni di Garanzia e Richieste di Risarcimento per le quali non sono culturalmente attrezzati, inoltre sottoscrivono, e sono disdetti, da contratti di Polizze d’assicurazioni che non comprendono. Dopo 8 anni di attivita’ esclusivamente imperniata sulla difesa del medico accusato ingiustamente di malpractice, dalla partecipazione ad oltre 150 eventi scientifici sul tema, dopo avere seguito centinaia di contenziosi medico legali ed avere incontrato miglia di colleghi, emerge chiaro che una delle cause del contenzioso poggi sulla mancanza delle fondamentali conoscenze medico-giuridiche da parte dei sanitari. Altrettanto importante è conoscere l’aspetto psicologico del paziente che scatenerà un’azione legale, quello del magistrato che indaga e di quello che giudica. Non è trascurabile conoscere il ruolo dell’Ordine dei medici, nel caso in cui giunga loro una segnalazione per una presunta responsabilità medica. Infine è sicuramente utile saper parlare con i giornalisti per informare o per rettificare una notizia. Da tempo e’ stato stabilito dalla Cassazione che l’intervento medico, anche quando eseguito nell’interesse del paziente, è sicuramente illecito, se il sanitario non riuscirà a dimostrare di essere stato esplicitamente autorizzato a compierlo. A causa di questo vuoto legislativo, i medici vengono inquisiti per lesioni e omicidi colposi e devono confrontarsi con il processo penale, a differenza dei colleghi esteri. L’allarmismo ingiustificato nei confronti degli operatori sanitari fa si’ che ormai i medici si debbano rivolgere ai propri avvocati per ‘selezionare’ i pazienti bisognosi di interventi chirurgici, o altre procedure cliniche, scartando quelli piu’ a rischio, determinando il proliferare di una “medicina difensiva” “i cui costi ricadono sulle tasche di tutti gli italiani. Lo scorso maggio, al Senato, AMAMI ha definto ”irragionevole” l’attuale legge sulla conciliazione obbligatoria in vigore da marzo, poiche’ prevede ”le stesse modalita’ per le liti condominiali e per la responsabilita’ medica”. ”E’ stata studiata per essere applicata ad ambiti differenti da quello sanitario – ha detto – al quale di fatto risulta inapplicabile e pericolosa”. Di qui, le proposte dell’associazione, ”soluzioni gia’ individuabili nel DDL Saccomanno”, e ritenute ”improcrastinabili”: ”una definizione normativa di atto medico; copertura assicurativa obbligatoria per le strutture ed azione diretta del danneggiato; un fondo vittime dell’alea terapeutica; – un osservatorio del contenzioso e dell’errore medico”. Nel corso dell’incontro di venerdì prossimo, voluto ed organizzato dal consiglio dell’Ordine dei Medici-Chirurgi e Odontoiatri della provincia de L’Aquila, sarà ufficializzata l’apertura di uno sportello presso il locale ordine professionale. L’incontro aquilano, si propone, anche, un’analisi lucida e costruttiva della situazione italiana, anche attraverso il confronto con quella di paesi come la Svizzera, la Francia e l’Austria che hanno già affrontato il problema e che hanno sperimentato efficaci vie legislative per migliorare il rapporto medico-paziente, ma anche di definire procedure a tutela dei medici ingiustamente accusati. Sarà illustrato, ad esempio, il ruolo di un Pronto Soccorso Legale, istituito da L’AMAMI presso la sua sede, con servizio telefonico (06/80.82.454 (dalle ore 11.00 alle ore 19.00) per assistere gratuitamente i propri associati.
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