ATO, ritorno a procedure e regole certe


L’Aquila – (di Pierluigi Caputi, ingegnere, commissario unico straordinario) – Con la gestione commissariale degli Ato ritorno a procedure e regole certe. La gestione commissariale degli Enti d’Ambito, determinata dalla Giunta Regionale, ha costituito il momento iniziale di una più ampia strategia amministrativa senza alternative per definire una riforma del Servizio Idrico Integrato.
Il disegno di legge per la riduzione degli Ambiti da 6 ad 1 è stato approvato dalla Giunta Regionale sin dal 2009 mentre la legge 9 di riforma è solo del 2011.
Con la nomina di un soggetto commissariale unico non di natura politica si è innescato un processo che, attraverso un’azione amministrativa vigorosa e puntuale, ha ricercato e determinato un percorso di ritorno al normale rispetto delle regole di funzionamento di un sistema, le cui disfunzioni sono apparse via via crescenti proprio in esito alla stessa azione di monitoraggio, controllo e indirizzo commissariale.

Cosa accadeva prima della riforma
In Abruzzo i Soggetti Gestori sono società in house dei Comuni, ovvero società il cui capitale sociale è interamente nelle mani dei Comuni stessi.
Se sulle attività di questa Società vengono a cessare controlli costanti e puntuali (non sono realmente in house) o non sono resi possibili, il rischio di cattiva gestione del sistema è alto.
Per funzionare nel rispetto della legge le società in house debbono sottoporre a controllo gli atti fondamentali (bilanci, investimenti, personale ecc…) al controllo dell’ATO.
In Abruzzo, prima della riforma, questo sistema non rispettava le regole, gli atti non venivano nella quasi totalità dei casi sottoposti a verifica e il rapporto contrattuale fra ATO e Soggetti Gestori , ovvero il Piano d’Ambito, non veniva rispettato.
L’analisi dei dati ha portato a verificare che spesso i Gestori hanno messo in campo politiche del personale non adeguate e conseguenti costi gestionali elevati, mentre gli investimenti di capitale proprio sono risultati bassissimi, e i bilanci delle società hanno mostrato rilevanti problematiche e dubbio rispetto delle regole vigenti.
Oggi, dopo l’azione commissariale, tutti i soggetti gestori sono nominalmente in house, funzionano rispettando le regole di questo particolare tipo di assetto societario (tutto pubblico), e gradualmente stanno tornando in uno stato adeguato di capacità di gestione/investimento.

Cosa ha prodotto l’attività del Commissario
L’attività commissariale ha dato concreta attuazione agli indirizzi che la Giunta Regionale aveva inteso definire sin dal proprio insediamento.
La gestione commissariale ha prodotto nel concreto:
- L’aggiornamento di 6 Piani d’Ambito secondo le regole fissate dalla norma, aggiornati i programmi degli interventi inerenti il Servizio Idrico Integrato per i prossimi 16-20 anni; complessivamente sono previsti investimenti coperti da tariffa per circa 1 miliardo di euro. La mancanza di tali investimenti comporterebbe la sicura condanna dell’Italia da parte della UE per infrazione della Direttiva comunitaria sulle acque.
- Dalle rilevazioni effettuate nel corso della pianificazione sui dati forniti dai Gestori si è avuta conferma che gli investimenti realizzati dai soggetti gestori sono stati ampiamente inferiori rispetto a quelli previsti nei Piani d’Ambito vigenti. In particolare nel quinquennio (2003-2008) non sono stati effettuati investimenti per circa € 175.000.000,00 a fronte di un costo del personale che ha registrato aumenti medi tra il 25 e il 30%.
- L’adeguamento di 5 statuti delle Società di Gestione per renderli conformi alle regole dell’in house; se le Società non sono in house sfuggono al controllo analogo e ci si trova in quella situazione di contrasto con la legge che ha comportato le inefficienze manageriali indicate in precedenza.
- L’ approvazione di 6 regolamenti per il controllo analogo che disciplinano il controllo sugli atti fondamentali del gestore (statuti, bilanci, piani finanziari, regolamenti per il personale e l’acquisizione di lavori, servizi, e forniture, ecc…);
- Il controllo di tutti i bilanci delle sei società per azioni che gestiscono il servizio idrico integrato a partire dal 2009;
- Il controllo sistematico sugli atti fondamentali di ormai quasi tutti i gestori per renderli anche sostanzialmente conformi alla regole dell’in house;
- A titolo esemplificativo, per uno solo dei 6 ATO (Avezzano), sono stati sottoposti a controllo 142 atti nel 2009, 143 nel 2010, e nel 2011 ad oggi 87;
- Solo nei primi tra mesi di quest’anno il Commissario ha dovuto dar riscontro direttamente a circa 160 note (mantenendo il trend si arriverebbe a circa 600 l’anno) di quesiti, definizioni di procedure contrasti valutativi, chiarimenti, proteste dei Gestori (naturalmente escludendo ogni comunicazione ordinaria di servizio);
- La messa in liquidazione o la chiusura di due delle società del patrimonio (attualmente ne rimane solo una).che rappresentano un centro di costo senza alcun beneficio al cittadino.

Il controllo realmente effettuato sulle decisioni degli Enti ha portato a ridefinire Bilanci e Piani Industriali, per redigerli in maniera assolutamente rispondente alla realtà dei fatti e, dove questo risultato non si è conseguito, le anomalie sono state evidenziate secondo previsioni di legge.
Sono state bloccate, per quanto noto, tutte le procedure di assunzione di personale non conformi alle procedure di un soggetto pubblico, si sono avviati investimenti consistenti per dar contezza alle previsioni del Piano di Tutela delle acque.
Senza dubbio il rigore nell’esame delle decisioni dei CdA e l’inflessibilità nel dare pareri in conformità alla necessità di rispetto delle regole ha causato malumori in alcuni ambienti, ambienti forti e ramificati che non mancano di reagire anche attraverso azioni tangenziali, quando li si pone in discussione.
Si riteneva che tutte le Associazioni dei consumatori a questo fossero particolarmente attente.

La riduzione dei costi di gestione e del personale
I risultati appena elencati sono stati conseguiti a fronte di una riduzione per gli ATO nel 2010 dei Costi Gestionali (ivi compresi tutti i compensi e spese) del 63% rispetto al 2006 e del 61% .rispetto al 2007, ultimo anno di gestione ordinaria non commissariale.
Ogni polemica sul personale dell’ATO è, poi, pretestuosa e fuorviante, perché mentre nulla si dice sulla cancellazione di un contratto di lavoro (oneroso) relativo alle società di capitale pubbliche e applicato ai dipendenti di un consorzio di Comuni, né dei poteri ammissibili per un Commissario.
Infatti non vi era alcuna possibilità di procedere ad assunzioni da parte del Commissario, nè di modificare o integrare le piante organiche; la scadenza dei contratti per i dipendenti non di ruolo in essere è stata determinata dalle leggi in materia; i licenziamenti effettuati dall’ ATO Pescara sono avvenuti per obblighi di legge a seguito di specifico parere legale richiesto.
In ragione di ciò dal 2006 alla fine del 2010 si è avuta una riduzione del costo del personale per gli ATO abruzzesi del 14% rispetto al 2006 e del’11% rispetto al 2007, ultimo anno di gestione ordinaria non commissariale ed in relazione si è assistito ad un importante ridimensionamento degli organici: dal 2006 al 2010 del 24% pari 13 unità; dal 2007 al 2010 la riduzione è stata del 25%, pari a 14 unità. Con una dedizione encomiabile di tutto il personale, utilizzando appieno l’organico in servizio su tutto il territorio regionale, a fronte di grandissimi sacrifici personali, si è così potuto supplire alle carenze conseguentemente determinatesi nella struttura.
Una situazione, questa, che peraltro si ritiene non protraibile nel tempo. E’ da evidenziarsi che proprio in relazione alla finalmente conseguita normalità di funzionamento (effettuazione dei controlli sugli atti dei Gestori) il lavoro degli ATO è cresciuto enormemente e si è comunque riusciti a far fronte a un’azione di indirizzo e controllo che non ha precedenti nella storia della gestione del sistema idrico.
Cosa si sarebbe dovuto fare di diverso? Licenziare tutti? Evitare di incidere sulle storture del sistema? A volte le politiche gattopardesche (dire che tutto deve cambiare perché tutto resti uguale) vestono i panni di Savonarola.
Falso (o utile ?) poi è confondere le acque con il Commissario equiparato ai dirigenti degli ATO e con l’Avvocatura regionale che, secondo quanto qualcuno, sarebbe legittimata ad assistere un soggetto diverso dalla Regione. Simili ipotesi irreali possono essere sostenute da un comune cittadino non da professionisti.
L’insieme degli atti che costituiscono l’attività commissariale possono essere verificati nella pubblicazione “Il riordino del Servizio Idrico Integrato in Abruzzo: esperienze ed attività del Commissario Unico”, presentata agli organi di informazione lo scorso 28 ottobre, e che può essere scaricata dal sito dell’Ato5 Teramano all’indirizzo www.ato5teramo.it.
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01 Luglio 2011

Categoria : Cronaca
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