Carte clonate, 26 arresti: affari per milioni, forse legami con la malavita
Teramo – La Polizia Postale abruzzese, in collaborazione con i compartimenti regionali di Lazio, Campania e Puglia ha arrestato 26 persone appartenenti a un’associazione a delinquere finalizzata alla clonazione e indebito utilizzo di carte di credito. Le indagini della sezione Polizia Postale di Teramo sono partite da accertamenti in alcuni esercizi commerciali del Teramano in merito allo strano utilizzo di carte di credito clonate, che lasciava presupporre l’esistenza di una ben organizzata associazione criminale dedita alla commissione di svariati reati e attiva in piu’ regioni. Dalle indagini e’ emerso che i componenti dell’associazione si procuravano i codici delle carte tramite i cosiddetti ‘skimmer’ (apparecchiature elettroniche installate sugli sportelli bancomat) o provenienti via posta elettronica dagli Stati Uniti, li trasferivano su carte comuni dotate di banda magnetica e le usavano in negozi di persone compiacenti situati in prevalenza a Roma e Napoli, e nelle province di Teramo, Bari e Foggia.
L’operazione arriva a conclusione di un’indagine, coordinata dal pm David Mancini, della Procura Distrettuale di L’Aquila. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di 23 italiani, molti dei quali commercianti senza precedenti penali e residenti varie localita’ della Penisola, e 3 romeni. La polizia postale ha a disposizione un filmato relativo all’installazione, al rinvenimento e alla rimozione di un apparato skimmer.
Le indagini, ha spiegato il capo della Polizia postale Sorgona’ in conferenza stampa, oggi a Pescara, hanno preso il via nel mese di ottobre 2010 quando e’ stato scoperto lo strano utilizzo di alcune carte di credito clonate in un hotel della costa teramana, il cui titolare e’ stato arrestato ieri ed e’ ai domiciliari. Presupponendo l’esistenza di una associazione criminale organizzata e operante in piu’ regioni le indagini sono proseguite e si sono estese anche in Puglia, Campania e Lazio. Provata l’esistenza di un gruppo formato da romeni ed italiani che utilizzavano le carte clonate per simulare acquisti in vari esercizi commerciali compiacenti con sede nelle quattro regioni. I componenti dell’associazione si procuravano i codici delle carte di credito o tramite skimmer oppure via internet, facendoseli trasmettere per posta elettronica dagli Stati Uniti, per poi trasferirli su delle comuni carte dotate di banda magnetica che poi venivano usate alla stregua di carte di credito. L’utilizzo di queste carte clonate avveniva in negozi di persone compiacenti situati in prevalenza a Roma e Napoli e nelle province di Teramo, Bari e Foggia. I beni acquistati con questo sistema sono di vario genere: abbigliamento, telefonia, informatica, articoli musicali. Le “strisciate” con le carte clonate avvenivano anche in stazioni di servizio, alberghi, ristoranti e sexy shop, ed erano i titolari stessi ad eseguire le strisciate senza che venisse effettuato alcun acquisto”.
Venivano effettuati acquisti, o meglio finti acquisti, anche in piena notte, quando il negozio era chiuso, e ripetuti pagamenti sono stati effettuati alternando svariate carte sullo stesso apparecchio P.O.S., fino a quando l’operazione andava a buon fine (e’ stata la stessa polizia a bloccare delle carte). Sono anche risultati pagamenti di importi elevati incompatibili con la tipologia del negozio, come gli acquisti da 1.585 o 1.200 euro in una copisteria. L’hotel abruzzese da cui e’ partita l’indagine, ad esempio, ha incassato 27mila euro con diverse transazioni. Sono stati definiti anche i ruoli dei componenti la banda: il capo era un cittadino romeno, arrestato a Roma, che distribuiva i codici delle carte di credito tra le varie cellule dislocate sul territorio nazionale, e per ogni gruppo c’era un referente territoriale, ma i responsabili regionali sono ancora latitanti. Dei 26 arresti ne restano da eseguire 7. La polizia presuppone che dietro alcuni associati di elevato spessore criminale ci possano essere dei collegamenti con la camorra e la sacra corona unita, sui quali si sta lavorando. I codici delle carte di credito usati illegittimamente sono circa 1.000, e le carte oggetto di clonazione sono state emesse prevalentemente da istituti di credito americani, cinesi, giapponesi ed europei (ma non ce ne sarebbero di italiani). Il volume di affari della banda appena smantellata e’ di circa due milioni e mezzo di euro, di cui 500mila sono andati in porto prima che la polizia postale cominciasse la sua attivita’.
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