Tordera, momento della solidarietÃ
(di G.Col.) – C’è il momento dell’ossequio verso gli uomini importanti, spesso solo per mero tornaconto, come arriva il momento della solidarietà , che non dà tornaconti. Per Rinaldo Tordera, potente direttore della Cassa di risparmio, L’Aquila e la sua provincia debbono mostrare di essere leali e vicine all’uomo che guida – in questo momento in insicurezza – la “banca della città ”. Sulla testa di Tordera si addensano nubi. Non manca chi spera che lo facciano fuori e magari lo sostituiscano con qualcuno che aspira nell’ombra. C’è sempre qualcuno che aspira nell’ombra. Tordera a L’Aquila, in tanti anni, ha fatto il suo mestiere: il banchiere. Il gruppo al quale appartiene l’istituto, e il consiglio, diranno se ha fatto bene o male. E decideranno. Nessuno può interferire e non sta a noi, ma neppure ad altri, sputare sentenze. Ma il dovere morale di ricordare chi è Tordera lo abbiamo tutti. Ha portato la banca fuori dai guai in cui si trovava. Ha aperto le porte, parlato con tutti, gentile ma – all’occorrenza – grintoso e fermo. Ha inventato formule e strumenti di credito. Non ha regalato niente a nessuno, perchè una banca fa il suo lavoro. Che è produrre redditi per i banchieri. I padroni, gli azionisti o come diavolo si chiamano. Tordera ha però mostrato – in più – gentilezza, umanità , intelligenza, sensibilità alla cultura e affetto per la città , come se vi fosse nato. Ora vive un momento spiacevole. In tanti dovrebbero avvicinarsi a lui. Non sappiamo se sarà così, o in quale misura. Noi lo facciamo, perchè non si vive di solo pane. Prima che si conosca ogni decisione, positiva o negativa. E ci auguriamo che il direttore resti, aquilano (acquisito) tra gli aquilani. E’ mezzanotte, dottor Tordera. Ma l’orologio non si ferma mai e anche la mezzanotte passa.
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