Ricorso al TAR, basta con il precariato


Avezzano – LO HA PRESENTATO UN’INSEGNANTE MARSICANA – CHIEDE STABILIZZAZIONE E SCATTI DI ANZIANITA’ – Forse una volta per tutti i precari che trascinano la loro esistenza tra ansie e scadenze, se avrà ragione una insegnante abruzzese, stanca di soffrire situazioni devastanti sul piano economico e psicologico. E potrebbe davvero cambiare il volto di questo paese insensibile al disagio di tanti giovani privati del diritto di costruirsi un futuro.
Un’insegnante precaria marsicana ha presentato ricorso presso il Tribunale di Roma per ottenere il riconoscimento della stabilizzazione del rapporto di lavoro nonché degli scatti di anzianità e delle differenze retributive maturate. La docente, assistita dall’Avv. Fabio Di Battista, esperto in diritto d’impresa e del lavoro, ha impugnato l’abusiva ripetizione per cinque anni di contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con Ministero dell’Istruzione, contestando la violazione del principio di non discriminazione tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato e del divieto dell’abuso derivante dalla reiterazione del lavoro a termine.
Normalmente accade che i contratti a termine siano reiterati per decenni, perché, nella maggior parte dei casi, il posto che copre il precario è sempre vuoto, un vuoto fisiologico e non eccezionale. Ciò ingenera un differente trattamento fra i due tipi di lavoratori, trattamento diverso non giustificato da disuguaglianza nella prestazione fornita dai lavoratori, dalle modalità o dalla durata delle stesse, che sono identiche, pur se regolate da contratti diversi, gli uni a tempo determinato e gli altri a tempo indeterminato.
A seguito dell’entrata in vigore del cosiddetto «collegato lavoro», pubblicato nella G.U. del 09/11/2010, tutti i lavoratori assunti con un contratto a tempo determinato che hanno impugnato mediante raccomandata a.r. i propri contratti già scaduti entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, potranno far valere i propri diritti violati dall’illegittima reiterazione di (spesso molteplici) contratti a termine. Recentemente il Tribunale di Genova (sent. n. 520 del 25.03.2011) ha accolto la richiesta di risarcimento danni, la più alta mai decretata in Italia, per la mancata stabilizzazione dei supplenti disponendo che ai lavoratori venga riconosciuto un risarcimento di circa 30 mila euro, pari a 15 mensilità, oltre al diritto alla progressione di carriera.
I ricorsi possono essere presentati per il personale docente e ATA, precari o neoimmessi in ruolo.


29 Giugno 2011

Categoria : Cronaca
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