Autostrade, lo strazio quotidiano
L’Aquila – Sfortunato chi è costretto, per un motivo o per l’altro, a imboccare ogni giorno un’autostrada, una qualsiasi sul terrorio abruzzese. Code, strettoie, cantieri, lavori, deviazioni, uffici dei caselli occupati da persone quasi sempre sgarbate che rispondono male o con arroganza (sanno che presto le macchine sostituiranno le persone?), ogni genere di ostacoli e turbative della serenità quotidiana. Ma se sei un automobilista, devi soffrire e pagare, pagare e soffrire in questo paese che antichi potentati hanno edificato sul dio automobile. Disagi esistono anche su altre strade: basti pensare alla Teramo-Mare, ormai diventata un’afflizione, una garrota d’asfalto per migliaia di malcapitati pendolari. Bene ha fatto la presidente della Provincia Stefania Pezzopane a invocare l’attenzione dell’assessore regionale ai trasporti, Morra, che non ci risulta abbia risposto nulla. Si sa, le auto blu filano veloci e i disagi non li conoscono.
Per tutti, prendiamo uno dei disagi: le cose ogni mattina al casello ovest dell’Aquila. Code fino a 20 minuti, soltanto perchè non si riesce a far defluire il traffico in entrata. I varchi sono pochissimi, il varco per il Telepass (che finalmente è stato dotato di corsia in vernica gialla) è perennemente irraggiungibile: la cosa agli altri varchi è talmente fitta e lunga, che non è possibile “scorrere” verso il telepass, anche volendo rinunciare alla viacard. Telepass con esenzione per gli sfollati? Non è facile ottenerla: manca la modulistica, come ci dicono al Punto Blu di Val Vibrata. Cosa significa? Mancano le scartoffie. Chi sa quale burocrate sta riflettendo sul problema, e chi sa dove.
Rimedio? Sarebbe semplice, se non fossimo al cospetto della Società strada dei Parchi, che non è mai stata un fulmine di guerra (basti pensare ai lampioni spenti anche per mesi…): basterebbe che degli addetti impedissero l’occupazione della corsia per il telepass. E basterebbe ampliare un poco gli spazi di scorrimento. Insomma, bisognerebbe pensare e agire. Non pretendiamo troppo: pensare e agire sono sforzi immani, non basta un “terremotino” per accelerare i tempi.
(Nella foto: La solita coda al casello dell’Aquila ovest, piaga di ogni mattina per i pendolari. L’immagine è del 30 giugno alle ore 9,15)
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