Il programma di oggi del Flaiano film


Pescara – Oggi 30 giugno al Cinema Massimo il Flaiano Film Festival propone in Sala 1 alle ore 20,30 l’ultimo film di David O. Russell “The Fighter”: Dickie e Micky Ward sono due fratelli entrambi pugili. Vivono a Lowell, una cittadina di provincia del Massachusetts in cui Dickie, il maggiore, è divenuto una sorta di leggenda vivente per aver mandato al tappeto Sugar Ray Leonard. Ora però Dickie fuma crack ed è sempre meno lucido ma non vuole smettere di essere l’allenatore del fratello. Il quale è messo sotto pressione anche dall’ambiente familiare. La madre Alice pretende di essere il suo manager, spalleggiata dalla tribù di sorelle del ragazzo. Micky viene mandato allo sbaraglio in un incontro e da lì cresce pian piano il desiderio di affrancarsi da una famiglia davvero troppo pesante da sopportare. L’incontro con la barista Charlene offre un ulteriore impulso a questa separazione. Ma non sarà un percorso facile e, forse, non sarà neanche quello giusto.
Un titolo che potremmo definire perfetto The Fighter perché questo film racconta sì di un pugile ma è soprattutto la cronistoria di un combattimento costante di un uomo contro chi, per un malinteso concetto di amore (fraterno o materno che sia), rischia di soffocarne per sempre la personalità. Micky Ward, classe 1965, è arrivato al titolo mondiale nella categoria dei Welter leggeri nel 2000 ma ciò su cui il film si focalizza è il rapporto con l’ambiente, sia esso familiare che sociale, in una sonnolenta città di provincia.

Alle ore 18,30 in replica “Offside” di Jafar Panahi e si prosegue alle ore 22,45 con “La vita facile” di Lucio Pellegrini: due amici medici che hanno fatto opposte scelte di vita si ritrovano in Africa, raggiunti dalla moglie di uno dei due. Dopo Figli delle stelle il regista Lucio Pellegrini torna con una gradevole commedia che esce dai confini geografici patri e viene ambientato in un Africa decisamente poco turistica. La sceneggiatura caratterizza bene i personaggi e gli attori interpretano al meglio i propri ruoli. Buona la fotografia che “sfrutta” al meglio gli spledidi paesaggi africani.

In Sala 2 alle ore 18,30 si comincia con il concorso italiano Chi li ha visti?: è la volta di Maddalena De Panfilis e del suo “Sleepless”: la storia, che si svolge a Roma nell’arco di 24 ore, ruota attorno a due personaggi femminili. Anna, non esce di casa da quando, un anno prima, é morto il suo ragazzo Stefano, un cantautore affermato, finché non incontra Andrea, rappresentante di elettrodomestici, solitario, tendenzialmente maniaco e musicista frustrato. Olga, la migliore amica di Anna, è una tassista carica di debiti, alle prese con la mamma e con un cliente che si è giocato a poker la fidanzata. La regista sarà presente in sala.

Alle ore 20,15 omaggio a Monicelli con “Il Marchese del Grillo”: gli inizi del XIX secolo, in una Roma minacciata dalle campagne napoleoniche vive il marchese Onofrio del Grillo, guardia nobile dello stato papale dall’indole goliardica e lazzarona. Le sue giornate cominciano sempre tardi al mattino, con i servi del palazzo costretti a non fare rumore fino al suo levarsi, e sono improntate all’organizzazione di scherzi e alla frequentazione di bettole, bische clandestine e di giovani popolane senza grazia. Il suo edonismo senza remore e le sue provocazioni ingiuriose nei confronti di mendicanti, papi e consanguinei, proseguono liberamente fino al giorno in cui Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi entrano a Roma. L’incontro con una giovane e bellissima attrice, gli fa per la prima volta pensare di poter abbandonare Roma per Parigi.

Alle ore 22,45 sarà proiettato “L’esplosivo piano di Bazil” di Jean Pierre Jeunet: quando è ancora bambino, Bazil riconosce fra le foto che documentano la morte del padre, saltato in aria con una mina antiuomo durante una missione in Marocco, il marchio di una fabbrica di armamenti. Da grande, mentre fa il turno di notte a un videonoleggio, viene colpito alla fronte da una pallottola volante durante una sparatoria. Salvo per miracolo, Bazil si ritrova senza casa e senza lavoro, con la sola certezza che il proiettile che lo ha colpito e che ancora sta nella sua testa proviene da un’altra fabbrica d’armi. Dopo qualche notte trascorsa lungo la Senna e qualche giorno passato a fare l’artista di strada, viene invitato da un barbone a entrare a far parte di una famiglia di clochard creativi che vivono in un mondo di materiali riciclati. Assieme a loro, Bazil medita la sua vendetta contro i potenti signori della guerra.

In Sala 3 alle ore 18,30 “Peccato che sia una canaglia” di Alessandro Blasetti: tassista romano s’innamora di una bella ladra, figlia di un imbroglione e amica di balordi e, superando parecchie traversie e correndo il rischio di rovinarsi, finisce per sposarla. Commedia di caratteri più che di situazione, veicolo divistico per la coppia Loren-Mastroianni con lieta fine programmatica, è sostenuta da un’ammirevole scioltezza narrativa e da un ritmo agilissimo. Dal racconto Il fanatico (in Racconti romani, 1954) di Alberto Moravia, sceneggiato anche da E. Flaiano, S. Cecchi D’Amico, S. Continenza. 1° film di S. Loren come protagonista.

Alle ore 20,45 sarà proiettato “Tamara Drewe-Tradimenti all’inglese” di Stephen Frears: Tamara Drewe torna alla casa di campagna dove ha trascorso l’infanzia, in seguito alla morte della madre. Ha un nuovo naso, una rubrica su un quotidiano di Londra e un paio di gambe che non passano inosservate. Alle loro pendici cadono presto l’ex fidanzatino Andy, ora tuttofare presso un ameno ritiro per scrittori in cerca di calma e ispirazione, il famoso romanziere Nicholas Hardiment, che gestisce il suddetto posto con l’aiuto della moglie Beth, e la rockstar Ben Sergeant, che per Tam si trattiene in quel luogo ben oltre il tempo previsto per il concerto. A muovere le file tragicomiche del teatrino che da queste premesse si dipana, sono due ragazzine del luogo, Casey e Jody, rese folli dalla noia e dal fanatismo nei confronti del batterista. A conti fatti, sono almeno una decina d’anni che Stephen Frears non sbaglia un film, pur spaziando tra ispirazioni molto diverse.

Infine alle ore 22,45 il brasiliano “Un bicchiere di rabbia” di Aluisio Abranches: lui ha poco più di trent’anni e si è rinchiuso in una fazenda alle porte di San Paolo a fare il giardiniere. Lei è una giornalista bella e sensuale. Una sera mentre sta tornando a casa lei lo vede e si avvicina e senza dire troppe parole si trovano l’una nelle braccia dell’altro a fare l’amore. Il mattino dopo l’uomo si accorge che le formiche hanno aperto un varco nella siepe del giardino che sta curando. Basta questo episodio per far scatenare in lui rabbia e furore.


30 Giugno 2011

Categoria : Cultura
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