E ora arriva Ingegneria bis
L’Aquila – PESCARA CRESCE, L’AQUILA SI AFFLOSCIA E TUTTI TACCIONO – (Foto: la livida solitudine del centro e cumuli di macerie) – Un vistoso titolo sul quotidiano Il Centro: “Pescara, all’Università arriva Ingegneria delle costruzioni”. Il nuovo corso di laurea, pronto a partire in autunno, è compreso all’interno di Architettura, facoltà da sempre appartenente all’ateneo adriatico. A L’Aquila c’è una stimata facoltà di Ingegneria, e allora facciamo un bel bis, tanto l’Abruzzo è storicamente avvezzo ad ogni sorta di bis: autostrade, università e compagnia bella. Fu il metodo della politica Natali-Gaspari, ma con una differenza: allora l’Abruzzo cresceva e la spartizione dei poteri tra i due big della politica, personaggi tra l’altro di grande spessore e statura (Gaspari è ancora oggi un autentico saggio al quale chiedere lumi), portava tutto sommato molto bene a questa terra che aveva da poco finito di essere plaga di pastori e pescatori. Oggi accade il contrario. Il corso di laurea che Pescara inaugura in autunno sarà una bastonata irrimediabile per l’ateneo aquilano.
Ma abbiamo atteso inutilmente tutta la giornata, ieri, qualche intervento, qualche commento, qualche opinione da politici, istituzioni, dalla stessa università aquilana. Tutti hanno taciuto. Assolutamente.
Non si può impedire alla d’Annunzio di crescere, ci mancherebbe altro: è un suo diritto e un beneficio per la regione. Ma si dovrebbe impedire all’ateneo Rivera di morire, cosa che non pare stia avvenendo.
Afflitta da devastazioni e danni, senza posti letto, sparsa nel territorio, squinternata nel dopo terremoto, l’Università del capoluogo sta disperatamente tentando di non morire, puntando su pilastri solidi: Ingegneria e Medicina. Di quest’ultima facoltà abbiamo da decenni un doppione a Chieti. Ora arriva quello di Ingegneria. Forse si potevano usare cervelli e risorse per altro, magari per un’altra facoltà , visto che alcune in Abruzzo ne mancano. Non è salutare per nessuno crescere uccidendo gli altri: tutti sono infatti seriamente preoccupati per l’ateneo aquilano, peraltro forte risorsa economica per la città che stenta non solo a rinascere, ma a tornare semplicemente al minimo vitale. Quando il beneficio dell’esenzione dalle tasse sarà terminato, e se mancheranno ancora posti letto e le minime condizioni per una vita studentesca, suonerà l’allarme crollo delle iscrizioni. Un bis di Ingegneria non è un farmaco, una cura, una decisione utile alla collettività abruzzese. Ma a L’Aquila la politica sceglie il silenzio, pavida e arrendevole. Complice di un disegno che evoca la famiglia Borgia?
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