La città e i sogni di D’Alfonso

(di G.Col.) – Il 3 luglio l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso incontrerà la gente nel parco dei Gesuiti, in via del Santuario, alle 21 di una sera che speriamo serena e bagnata della luce vasta, crepuscolare, di un’estate giovane. Piena di viola e amaranto, giallo e arancione. Parlerà di gettare ponti, di ponte nel cielo, evocando la sagoma slanciata e leggera del “suo” ponte del mare. Lo intervisterà Daniela Senepa, e non saranno rose e fiori, ma sicuramente tanta umanità. L’asprezza delle domande della giornalista denuncia una sua particolare sensibilità un po’ spinosa, ma leale, al cospetto dei personaggi “difficili”, come sicuramente D’Alfonso le apparirà. Pieno di idee, di solida cultura, di vibrazioni, di sperimentata esperienza politica. D’Alfonso era per Pescara un sindaco importante, e ora è un ex importante, alle prese con il redde rationem della giustizia. Ma nessuno è colpevole fino alla condanna. E questo molti in Abruzzo debbono ricordarlo, o spontaneamente, o su energica sollecitazione. E’ un impegno, per la Senepa, condurre un’intervista di quelle che non si dimenticano, e ci riuscirà alla grande. E’ coinvolgente la storia di un uomo che avrebbe potuto essere il leader politico della regione, e, finito nei problemi, non si apparta, non si lascia vincere dalla tentazione di farsi compatire, ma continua a pensare a ponti e sogni per la sua città, che in bellezza con il “suo” ponte ha guadagnato tanto, guardando emblematicamente verso l’azzurro dell’Amarissimo. Sasso dopo sasso, per poterci camminare sopra. D’Alfonso non cammina sulle acque, come ironicamente disse l’ex sindaco dell’Aquila Biagio Tempesta, ma aleggia sui sogni e sulle idee, punta lo sguardo lontano. Come faceva Colombo ogni giorno della sua traversata verso il nuovo mondo. E come lui, D’Alfonso non può sapere se ce ne sarà davvero uno. Ma non molla. E ha da dire alla sua gente. Che, numerosa, lo ascolta. Con melanconia, ma molta forza.