Ricostruire, ora c’è il quantum


L’Aquila – (di G.Col.) – 27 mesi sono serviti a conoscere il quantum. Base della fisica, sono i quanti di Planck: come dire, tutto è fatto a pezzettini. Anche la luce. Quindi, tanto più i soldi. Il quantum per ricostruire L’Aquila ammonta a 14 miliardi di euro, uguali a quattordicimila milioni di euro. Ogni milione di euro equivale a due miliardi di lire. Un mare, un oceano profondo di quattrini, chiesti a chi si occupa dei quattrini italiani, il temuto ministro Tremonti. L’equivalente di una intera manovra finanziaria. Chiodi ha detto: “Il governo, qualsiasi governo, garantirà la ricostruzione”. Guarda lontano, il presidente, perchè sa che se davvero saranno sborsati tanti soldi, non potrà che avvenire in tanti anni. Ben oltre Berlusconi e forse ben oltre Chiodi stesso, o Cialente, o qualsiasi sindaco del cratere.
Tutto, proprio tutto, in questa situazione che dobbiamo accettare per forza (non avendo alternative) ci parla di tempi lunghi, forse lunghissimi. Come amaramente è stato scritto e detto, per chi è anziano non vi sarà una città ricostruita, ma una promessa ai giovani. Sarebbe ingenuo credere davvero che nell’Italia di oggi, nell’economia traballante di un paese che non cresce più, una somma così gigantesca possa spuntare come il Sole al mattino, in questi giorni solstiziali, là proprio ad Est, precisamente ad Est.
Sono pronti alcuni piani, si hanno delle idee, per lo più non geniali, visto che, per esempio, si punta ad un asse centrale della città esattamente com’era. Si parla – come si usa oggi – di un masterplan che ridia – un giorno – agli aquilani la loro città almeno nella parte più centrale.
I passaggi saranno lunghi, le decisioni lente, anche se “uqualcosa comincia a muoversi”, avrebbe percepito Letta. E cio mancherebbe: dopo 27 mesi… Ora almeno sappiamo quanto serve. Non sappiamo quanto c’è realmente. E intanto, si accorda un altro rinvio per le case E. Mica è obbligatorio, ha detto Chiodi: è facoltativo. Chi è pronto, si muova anche subito.
Poi uno si mette a riflettere. Prima di tutto, le macerie: se ne parlerà in un prossimo vertice. Ma è sicuro che i siti non spunteranno come d’incanto, e ci vorrà tempo. In secondo luogo, tralasciando tutto il resto, il suolo e il sottosuolo, e la certezza che si produrranno strutture antisimiche. Le prospezioni di larga scala ci sono, quelle diciamo casa per casa sono altrettanto pronte? Sappiamo se ricostruire una casa sarà sicuro? Siamo certi se la città futura sarà sicura per chi vorrà viverci? Quanto sicura? Parlare di ricostruzione, come si vede, non significa solo parlare di soldi e di quanto servirà. Dice Chiodi: “Non dimentichiamo che ricostruire spetta ai comuni, mica al governo”. Ci fidiamo? Stando alla storia del comune aquilano e degli altri minori, c’è da aver paura. Come tacere sui tanti allarmi, studi, ricerche e documenti sismologici nascosti, ignorati, insabbiati? Come tacere pensando a quell’elenco di edifici a rischio ignorato da tutti, eppure noto a tutti? Il passato raggela in sangue. Il futuro è una montagna d’oro dello Stato di cui conosciamo per ora solo l’altezza: 14 miliardi di euro.


26 Giugno 2011

Categoria : Cronaca
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