G8: Jovanotti scrive a Berlusconi
L’Aquila – “So bene -ammette Jovanotti- che rispettare gli impegni non e’ semplice in un momento come questo, ma tagliare gli aiuti ai Paesi poveri durante una crisi economica globale e’ tra le altre cose anche un errore politico. Per le nostre economie nazionali quegli aiuti sono un piccolo sforzo (che non grava sulle tasche dei contribuenti, e’ importante dirlo), mentre a quei Paesi, proprio in un momento di crisi economica globale, permetterebbero di andare avanti, di mettersi al passo con i processi globali, di affacciarsi al mercato mondiale. E in quel mercato ci siamo anche noi, con la nostra economia”. “Le ricordo poi -afferma ancora Jovanotti- che le politiche di cancellazione del debito e di lotta alla poverta’ in questi anni hanno dato moltissimi frutti. Se lei a L’Aquila, citta’ che oggi e’ simbolo di emergenza e di solidarieta’, ristabilisse il suo ruolo personale di capofila dei leader impegnati nella lotta alla poverta’ estrema, non farebbe un gesto di carita’ (che non spetta alla politica) ma un grande gesto di giustizia e di patriottismo”. “Che cosa c’entra il patriottismo con gli aiuti a gente di altri Paesi? Io un’idea ce l’ho -dice Jovanotti- provo a sintetizzarla. Lei ha sempre dichiarato di tenere in altissima considerazione i bisogni e i sogni delle nuove generazioni. I ragazzi – lo sa perche’ ha figli giovani, e perche’ ha ancora una grande energia – hanno bisogno di orizzonti ampi per immaginare il proprio futuro, per trarre forza da investire nella progettazione del domani. Non e’ una questione di destra o di sinistra, ha a che fare con quel terreno condiviso (il common ground di cui parla spesso il suo amico Obama) su cui si fonda la forza di un Paese. Crescere in un Paese che si fa promotore di una politica di aiuti internazionali nuova e forte, indipendente ma inserita in un progetto mondiale, che guardi al futuro del pianeta con fiducia e speranza, e’ cio’ di cui le nuove generazioni hanno bisogno”.
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