Odore di mafia, altro che isola felice
Tagliacozzo – ESEGUITE LE ANNUNCIATE CONFISCHE DI BENI PER MILIONI DI EURO – (In foto, Vito Ciancimino) – Come era stato anticipato, i Finanzieri e i Carabinieridel dei gruppi speciali, e quelli dei comandi ordinari, con il supporto del Servizio SCICO, hanno attuato un provvedimento del Tribunale aquilano (Presidente Romano Gargarella): la confisca delle quote della societa’ Alba d’Oro s.r.l. appartenenti a Nino Zangari, Achille Ricci e Augusto Ricci, nonche’ la confisca delle quote societarie della ‘Marsica Plastica s.r.l’., appartenenti ad Achille Ricci. L’Alba d’Oro s.r.l. e’ proprietaria del complesso turistico “La Contea” di Tagliacozzo, un moderno villaggio vacanze dotato di ristorante, piscina, campi da tennis e da calcetto nonche’ terreni per un valore di oltre 2.500.000 euro che, dunque, e’ stato ricompreso nella confisca. Tale provvedimento, il primo della specie nell’intera regione, giunge al termine di un complesso ed articolato lavoro investigativo, avviato su input del dott. Alfredo Rossini, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila, dalla dott.ssa Olga Capasso (Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia), e dal sostituto procuratore Stefano Gallo, dell’Aquila.
L’applicazione delle misure si fonda sulle indagini della Guardia di Finanza, protrattesi per oltre due anni, condotte con i piu’ moderni strumenti tecnici ed informatici nonche’ mediante meticolosi accertamenti documentali e bancari che hanno consentito di ricostruire le operazioni finanziarie, attraverso le quali i tre soggetti attinti dal provvedimento ablatorio di prevenzione hanno reimpiegato in attivita’ imprenditoriali in Abruzzo ben piu’ di un milione e mezzo di euro provenienti dal “tesoro occulto” riconducibile al defunto boss mafioso Vito Ciancimino. Infatti, capitali illeciti, provenienti direttamente dalla SIRCO s.p.a., “nota” holding palermitana riconducibile ai Ciancimino, sono stati impiegati in Marsica per realizzare il villaggio turistico “La Contea”.
VASTA RAMIFICAZIONE – L’applicazione delle misure, per la prima volta in Abruzzo, si fonda, sulle indagini dei Carabinieri (R.O.S., Reparto Operativo di L’Aquila e Compagnia di Avezzano) che, anche attraverso accertamenti sugli assetti societari di alcune imprese marsicane attive nel settore dello smaltimento dei rifiuti, hanno consentito di individuare una quota (sottoposta a confisca) di proprieta’ di Achille Ricci, pari al 15,5% dell’intero capitale, della Marsica Plastica s.r.l.. Detta societa’, cointeressata appunto in investimenti milionari nel settore del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti nella Valle Peligna, aveva tra l’altro stabilito la propria sede legale nella zona industriale di Carsoli. E’ stato dunque riconosciuto dal Tribunale il principio che la legge 94/2009 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica) ha introdotto in capo al Procuratore Distrettuale della Repubblica il potere di proporre l’avvio del procedimento di prevenzione anche a soli fini dell’applicazione di provvedimenti di sequestro e confisca a prescindere dall’applicazione di provvedimenti di prevenzione personali basati sulla pericolosita’ sociale del soggetto proposto. Ulteriori misure di prevenzione patrimoniale, proposte dalla Procura della Repubblica di L’Aquila nei confronti di altri imprenditori abruzzesi, non sono state accolte dal Tribunale del capoluogo che pure ha riconosciuto, in un caso, “rapporti societari e partecipativi” “con una pluralita’ di soggetti che non si puo’ negare vengano toccati da sospetti in ordine alla legalita’ delle loro operazioni”. I beni confiscati, transitando nel patrimonio dello Stato, saranno gestiti dall’”Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata”, per finalita’ istituzionali e sociali potendo tali beni essere reinseriti nell’economia legale anche e soprattutto a favore delle categorie piu’ deboli e delle vittime.
ROSSINI – “L’Abruzzo isola felice e’ una favola. Come in tutte le regioni italiane anche l’Abruzzo ha subito l’interesse e l’attenzione delle organizzazioni mafiose e questo anche per gli ingenti capitali pubblici legati al terremoto”. Lo ha detto il procuratore capo della repubblica Alfredo Rossini, che e’ anche procuratore distrettuale antimafia . “Stiamo combattendo da subito dopo il sisma per prevenire infiltrazioni e quindi azioni contro gli aquilani colpiti da una grande tragedia. Gli aquilani mi fermano per dirmi “grazie, non ci abbandonate” – ha aggiunto -. Appena si e’ pensato alla ricostruzione abbiamo subito attivato l’attivita’ per contrastare le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose che in effetti fin dall’inizio si sono informate sui capitali pubblici per la ricostruzione. Stiamo lavorando e speriamo in risultati importanti, cioe’ di mettere in galera tutti coloro che svolgono attivita’ illecite”.
CAPASSO – Il sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia Olga Capasso, fin dai giorni successivi il sisma distaccata all’Aquila per rafforzare il pool antimafia impegnato nel contrasto delle infiltrazioni mafiose, rafforza il messaggio di Rossini: “E’ importante che gli imprenditori abruzzesi che incautamente si sono messi d’accordo con aziende legate alla malavita organizzata, sappiano che la procura aquilana sta monitorando molto approfonditamente i collegamenti. Basta il collegamento oggettivo per sequestrare tutto”.
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