1703, la città invasa da gentaglia


(Uno dei gigli di ferro sulle facciate di antichi edifici sopravvissurti al sisma del 1703 secondo la scrittrice Laudomia Bonanni) – L’Aquila – Da un testo storico di Francesco Marconi, intitolato “L’Aquila: terremoto del 1703 – una catastrofe ignorata” apprendiamo alcuni elementi che risultano molto utili, oggi, dopo il terremoto del 2009, per capire cosa sta accadendo in una città diventata insicura, con frequenti e gravi episodi di cronaca e di violenza che turbano la popolazione e stimolano i politici nell’arte del proclama. In tanti si levano indignati e protestare contro l’assenza di sicurezza. Le autorità non è che risponsano molto, alcune per niente: resta tutto il disagio che c’era prima, dovuto a strade buie e nom sorvegliate, pochissime pattuglie in servizio nelle strade, dilagare di personaggi ambigui di dubbia provenienza.
Leggiamo da Marconi cosa accadde nel precedente terremoto, quello catastrofico del 1703, i cui effetti negativi durarono a lungo nel tempo: “Nel ventennio tra il 1712 e il 1732 affluirono nella città 160 nuovi fuochi, di cui un terzo da fuori del contado: meretrici, vagabondi, mendicanti, inquisiti, manovalanza generica: uno strato sociale “miserabile” ai limiti della povertà che urbanisticamente aggravò la “ghettizzazione” di alcuni quartieri già danneggiati dal terremoto e dove le famiglie più rappresentative dell’antico patriziato e degli homines novi avevano i loro sontuosi palazzi quattrocenteschi o ne costruivano di nuovi, dando vita ad una contrapposizione e gerarchizzazione urbanistica di classe”.
E’ lo stesso brano storico in cui Marconi ricorda che il governo di allora, rappresentato dal commissario al terremoto Garofalo, tolse agli aquilani le tasse per dieci anni. Intervento determinante nella rinascita della città, perchè i soldi sono da sempre un magnete al quale non si resiste… Qui stiamo invece già pagando le tasse da molti mesi, e sta per terminare il beneficio dell’esenzione agli studenti univesitari iscritti a L’Aquila. Mentre la zona franca rimane un pacchettino di parole senza contenuto. Quanto alla ricostruzione, i documenti storici dicono – e non solo quelli consultati da Marconi – che cominciò con case e abitazioni, e continuò poi per molti anni per le chiese e i monumenti.


20 Giugno 2011

Categoria : Storia & Cultura
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