Ricostruzione, perchè appare impossibile


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Nella foto Napolitano tra le rovine 26 mesi fa) – Il 6 luglio saranno 27 mesi. L’anno 2011 ha superato il giro di boa della sua prima metà. Nemmeno un cantiere di ricostruzione pesante, di riedificazione della città. Solo qualche opera d’arte, qualche mezza chiesa, qualche fontanella, carriole e pulizie urbane. Tutto donato, o tutto ad opera di volenterosi, ma ormai stanchi comitati cittadini. Cerchiamo di aiutarvi, e di aiutarci, a capire perchè la ricostruzione non c’è e non potrà cominciare. In base ad elementi concreti e situazioni ben precise. Partendo da una ossessiva ripetizione governativa: i soldi ci sono. Sì, ma chi li spenderà?
ASSURDITA’ – Oltre a quanto leggerete appresso, accenniamo alle assurdità aquilane che rendono – per ora – incredibile una rinascita, nelle attuali condizioni: i ritardi nell’assegnazione di aree ad aziende come la Thales Alenia, l’incrdibile no all’imprenditore locale Ardingo che chiedeva di poter amplicare (con assunzioni qualificate) la sua SPEE a Pile. Zona in cui, tra l’altro, alle aziende manca il gas metano… Le contravvenzioni a pioggia sui commercianti che tentano di riaprire, gli ottusi rigori di chi crede di vivere come tre anni fa. Il mercato degli ambulanti che non si vede. E così via, l’elenco sarebbe lungo e noioso, oltre che deprimente. Per aver un’idea basta ciò che abbiamo ricordato.
MACERIE – Dopo 26 mesi, un’ordinanza liberalizza i trasporti, ma non ci sono i siti dove conferire le macerie trattate. Siamo esattamente come all’alba del giorno dopo la distruzione. Solo che la ex Teges è piena, ormai. Liberi di trasportare, cosa e dove?
INDENNIZZI – Si snoda sotto gli occhi esterreffati dei cittadini l’ennesima lite (solo che stavolta Chiodi è davvero incazzato nero) tra Regione e Comune. Riguarda gli indennizzi alle attività produttive. La Regione snocciola erogazioni di fondi avvenute, il Comune farfuglia, si incarta sulle solite smentite: in verità gli indennizzi sono arrivati ai destinatari solo in minima parte. Vergognose lentezze procedurali e burocratiche. Meandri fumosi e pratiche ferme chi sa dove e perchè.
CASSA INTEGRAZIONE E PRECARI – La prima è più o meno raddoppiata, i secondi sono – dice la CGIL – almeno 400 nella pubblica amministrazione, nell’Aquilano; contratti in scadenza a fine giugno, nessuno si impegna per i rinnovi e le proroghe, le regole Brunetta incombono con le loro forbici impietose. Vivere così è da incubo: si disfa il tessuto sociale. Si devastano le famiglie. Si distrugge ciò che è già lensionato. E’ un omicidio sociale che divora la classe giovane, ormai alla disfatta.
ZONA FRANCA – 26 mesi, niente di niente. E’ ferma, non si sa dove, non si sa perchè. Ogni tanto spunta un politico che la promette di nuovo. Ma non arriva e, secondo qualcuno, quando arriverà (se mai) aiuterà nuovi insediamenti e non quelli esistenti.
CASE E MAP – L’ordinanza Berlusconi rende possibili i pagamenti di affitti contenuti e giusti. Dovrebbero muoversi i comuni, prima di tutto L’Aquila, che ha 14.000 persone negli alloggi CASE e map. Neppure una parola. Neppure una risposta a chi, come una nostra lettrice, si è affidata ad una lettera dicendo “fatemi pagare il fitto”. Recuperare un po’ di risorse non interessa a nessuno. Lasciar vivere la gente senza la paura del terremoto (che continua, oggi scossa 2,4) non sta a cuore alla politica.
INGEGNERI – E’ lite continua, velenosa, tra ingegneri e istituzioni. I tecnici non vogliono sentir parlare di Università. Ce l’hanno con tutti e tutto, carichi di lavoro, che però non viene alla luce. Ora si parla di proroga per la presentazione dei progetti per case E. La città tritata, le case E. Pensate davvero che entro il 2011 possa spuntare qualche cantiere autentico?
COSTRUTTORI – Da mesi parlano di preoccupanti paralisi. Dicono che potrebbero spuntare dai cantieri migliaia di posti di lavoro. Sollecitano, minacciano, ma non accade nulla. Cosa costruiranno o ricostruiranno in queste condizioni?
SINDACI – I primi cittadini di decine di comuni si sentono trascurati o emarginati. Una volta la settimana minacciano di restituire le fasce. Mancano piani, iniziative, idee, progetti: tutto è nebuloso, vago, in ritardo. Per L’Aquila nessuno al mondo è, al momento, in grado di disegnare un futuro coerente, logico, adeguato alla città. La ricostruzione non c’è, ma manca pure un’idea di ricostruzione. Se si dovesse cominciare davvero – ma quando? – ognuno tornerebbe a rifarsi il proprio palazzetto, il proprio isolato. Prevale l’idea assurda del “dov’era e com’era”, sconsigliata da esperti e luminari.
L’ALA NERA – Su tutto, l’ombra di un’ala nera, come l’astronave aliena del film sul presidente ultraeroe che salva tutti. E’ l’ombra della malavita, delle infiltrazioni, degli affaristi che gongolano appollaiati come corvi neri attorno alla mandria morente. Quelli che ridevano al telefono ridono ancora, da qualche altra parte: è l’odore dei soldi. Scent of money, assai più potente dello scent of woman.
6 luglio, mese numero 27. Poi verrà il 28 e avanti così, verso autunno e inverno, durante i quali ricostruire è difficile.


19 Giugno 2011

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.