Jungla urbana? No, rotatorie aquilane
L’Aquila – MA IL COLMO SONO QUELLE CEMENTATE, VERNICIATE E… STINTE – Viste così, dal livello pedonale e in prospettiva, sembrano sterrati di una remota periferia, in una qualche città del terzo mondo, oppure jungla in miniatura, o se volete anche giardino botanico per lo studio delle vegetazione selvatica e spontanea. Invece sono due (scelte a caso) delle rotatorie aquilane, che sono spuntate a decine in ogni periferia, anche dove francamente non se ne avvertiva la necessità . Chi sa a chi è convenuto farne tante… Dove invece servono, come all’altezza del muro di cemento che isola in quartiere di Pettino, non se ne fanno. Le rotatorie richiedono un arredo urbano, che a L’Aquila è storicamente inesistente e impossibile, e soprattutto una manutenzione almeno stagionale. Specie durante la primavera, quando la vegetazione sorge prorompente dal terriccio che caparbiamente continuano a scegliere come riempimento delle rotatorie. Invece di cementarle, come sarebbe meglio fare in una città incapace di essere appena normale, lasciano terra ed erba, forse pensando a fiori e piante ornamentali, zampilli d’acqua, pulizia, ridente e civile cura ambientale. Ipocrisie da baraccone, visto che ogni anno si ripete la stessa storia: niente sfalcio dell’erbaccia, che sarebbe il minimo normale e ordinario ovunque. Rifiuti, sporcizia, cespugli vigorosi che spuntano dal selciato sconnesso, quando c’è.
Ma il colmo dell’assurdo si scopre nelle rotatorie minori, come quelle presso l’Aquilone. Sono state cementate e verniciate di verde. Ma – nessuno rida – si sono penosamente stinte, e appaiono… scolorite a macchia di leopardo. Figuriamoci che razza di vernici hanno usato. Purtroppo, manca anche il minimo senso del ridicolo e scolorite restano.
Non c'è ancora nessun commento.