Furti ad anziani, arrestate in cinque
Pescara – Cinque donne rom in manette per i furti agli anziani. Le arrestate sono Nella (ritenuta il capo), Giovina, Elisa, e Loreta Spinelli, di 37, 38, 47 e 44 anni, residenti tra le province di Pescara, Teramo e Chieti, e Lucia Guarnieri, 42 anni, residente nel teramano. Gli uomini arrestati sono invece Umberto e Vincenzo Spinelli, padre e figlio, di 59 e 35 anni. Le indagini della squadra mobile di Pescara hanno consentito di scoprire – anche attraverso le intercettazioni telefoniche – che le donne erano organizzate per mettere a segno quanti piu’ colpi possibili, spostandosi di regione in regione e muovendosi nello stesso giorno anche da Foggia ad Ancona, portando via alle anziane vittime fino a 20mila euro per furto, arraffando gioielli, contanti e cio’ che capitava loro tra le mani (perfino una dentiera). Le tecniche utilizzate erano sempre le stesse: una delle donne entrava nella casa da svaligiare con una scusa e le altre approfittavano della distrazione della vittima e portavano via cio’ che potevano. Per rendere ancora piu’ credibile la sceneggiata, le donne si presentavano alle vittime in abiti civili, evitando accuratamente di indossare capi di abbigliamento e accessori che potessero in qualche modo tradire l’origine nomade ma in alcune occasioni gli abiti civili erano nascosti sotto quelli tradizionali. Sono tredici gli episodi di furto contestati alle donne nell’ordinanza di custodia cautelare e le zone interessate all’azione del gruppo sono Campobasso, Benevento, Isernia, Foggia, ma anche Roma ed Ancona, insieme alla provincia pescarese. Nel mirino della polizia e’ finito anche il capofamiglia, Umberto Spinelli, che avrebbe usato i soldi “guadagnati” dalle 5 ladre, sue nuore e figlie, per erogare prestiti a strozzo. L’uomo avrebbe preteso da una vittima novemila euro a fronte di un prestito di duemila euro (in due mesi), e in piu’ si sarebbe fatto consegnare una macchina e avrebbe spaventato a tal punto il poveretto con le minacce da farlo trasferire altrove. Il figlio Vincenzo, marito di Giovina, deve invece rispondere di falso in atti destinati all’Autorita’ Giudiziaria, per aver fatto in modo che venisse depositata presso il Tribunale di Pescara una dichiarazione fasulla circa l’esistenza di un rapporto di lavoro tra lui e un imprenditore in modo da potersi assentare da casa per presunti motivi di lavoro pur essendo agli arresti domiciliari. Nel corso dell’operazione di oggi sono state sottoposte a sequestro preventivo 2 autovetture (una Golf ed una Mercedes Classe E), di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati ufficialmente dagli indagati, che e’ pari a zero. Le due auto facevano parte di un “nutrito parco macchine”, dicono dalla questura. Il blitz di oggi ha consentito al personale della mobile di scoprire che a casa di questi nomadi, in via Fonte Romana, c’erano agi di ogni genere. E’ stata anche acquisita documentazione che consentira’ di proseguire le indagini. Dopo l’operazione la squadra volante raccomanda di non aprire la porta agli sconosciuti e, in caso di dubbi, di chiamare le forze dell’ordine. (AGI) Pe1/Ett
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