Delitto Rea, nuove piste?
Ascoli Piceno – Il delitto Rea potrebbe essere illuminato da nuovi elementi, al vaglio degli inquirenti. Il primo elemento è il terzo telefonino, quello che Parolisi, il sottufficiale la cui moglie Melania Rea (foto) è stata uccisa a coltellate e trovata nei boschi del Parco del Gran Sasso, nel Teramano, avrebbe nascosto in un impianto sportivo in disuso, ma a lui noto e da lui frequentato. L’apparecchio, nelle mani degli inquirenti di Ascoli, da alcuni giorni, viene esaminato dagli specialisti che potrebbero trovarvi elementi utili alle indagini. Tutti i dubbi sorgono dall’incomprensibile gesto di Parolisi: perchè lo ha nascosto? Oppure: è vero che lo ha nascosto e che voleva servirsene all’insaputa di chi indaga sul delitto?
Torna alla ribalta della cronaca, oggi, la caserma femminile di Ascoli, nella quale Salvatore Parolisi, fino al delitto, svolgeva il lavoro di istruttore delle soldatesse. Oggi i carabinieri hanno arrestato una delle soldatesse, una ragazza campana di 25 anni. E’ tra le persone fermate nel corso di una retata nella zona di Aversa. L’accusa sarebbe di favoreggiamento nei confronti di uno personaggio di spicco della malavita locale. La ragazza aveva svolto ad Ascoli Piceno l’addestramento tra il 2009 e il 2010, quando si era arruolata nell’esercito. Descritta come un tipo prepotente e violento, con tatuaggi e opinioni che, in chi le ricorda, suscitavano stupore. Cosa c’entra con il delitto di Melania Rea, la moglie di Parolisi, se un collegamento esiste? Molti fanno notare che Melania fu trovata uccisa con furia feroce, coltellate da viva e poi da morta dissanguata, inferte con una lama corta, simile a quelle di certi coltelli preferiti dalle soldatesse. Si lavora per cercare possibili collegamenti tra gli episodi. Se ve ne sono.
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