Abruzzo Lavoro e capitale umano
Chieti – Nell’ambito del Programma Operativo 2007-2013, lo sviluppo dell’Osservatorio del Capitale Umano da parte di Abruzzo Lavoro risponde all’esigenza di approfondire la conoscenza del sistema scolastico e universitario regionale e del rapporto tra processi di formazione e fabbisogni del mercato del lavoro.
Per quanto riguarda il Sistema dell’Istruzione, gli aspetti positivi che emergono dall’analisi riguardano la dispersione scolastica, il tasso di scolarizzazione superiore e le competenze in lettura. In tutti e tre i casi, pur non essendo stato ancora raggiunto il target prefissato, gli indicatori evidenziano un livello migliore rispetto alla media italiana. Il tasso di dispersione scolastico nel 2009, infatti, è pari al 13,5%, a fronte di un target del 10% e di una media italiana del 18,8%. Il tasso di scolarizzazione superiore è pari all’80,4%, a fronte di un target dell’85% e di una media italiana del 75,8%. Infine, la percentuale di quindicenni con scarse competenze in lettura è pari al 20,9%, molto vicina al target del 20%.
Più negativo il dato sulle competenze in matematica, da cui risulta che oltre un quarto dei quindicenni (26,1%) ha scarse competenze nella materia, a fronte di un target del 21%. Il dato appare negativo anche alla luce del fatto che gli istituti che nell’a.s. 2009/2010 hanno assorbito più studenti sono stati i licei scientifici (14.737 alunni), gli istituti tecnici commerciali (10.797) e gli istituti tecnici industriali (7.210).
In generale, il 48,7% degli alunni nell’a.s. 2009/2010 è iscritto a un liceo, mentre il 34,3% a istituti tecnici e il 16,9% a istituti professionali. All’interno di questi istituti, le donne rappresentavano la maggioranza (63,4%) nei licei, mentre rappresentavano una percentuale inferiore negli istituti tecnici (32,1%) e in quelli professionali (39,9%). Questo dato aiuta a capire le difficoltà registrate dalle donne nel mercato del lavoro abruzzese, dove la manodopera più qualificata fatica maggiormente a trovare un impiego rispetto a quella meno qualificata.
Una componente che sta assumendo sempre più importanza in Abruzzo è quella degli alunni stranieri, che rappresentano nell’a.s. 2009/2010 il 5,6% degli alunni abruzzesi. Significativamente, gli alunni stranieri sono aumentati dal 2008/2009 al 2009/2010 del 6,6%, a fronte di un calo dell’1,1% degli alunni di cittadinanza italiana nello stesso periodo, a sottolineare la rilevanza sempre crescente delle politiche di integrazione anche a livello scolastico.
Per quanto riguarda il Sistema universitario regionale, oltre alla rilevazione dei principali dati riguardanti gli immatricolati e i laureati nelle università abruzzesi, è stata avviata un’indagine sperimentale per testare la capacità del mercato del lavoro abruzzese di assorbire coloro che si sono laureati presso gli atenei abruzzesi.
Secondo i dati rilevati, gli immatricolati nell’anno accademico 2008/2009 sono stati 9.659, di cui il 60% femmine e il 40% maschi. Si tratta di un numero in calo rispetto all’anno precedente, in linea con la diminuzione del numero di immatricolati che si registra in Italia negli ultimi anni. In compenso gli atenei abruzzesi risultano piuttosto attrattivi nei confronti delle regioni vicine: nell’a.a. 2008/2009 il 39,1% degli immatricolati presso le università abruzzesi proveniva da altre regioni, a fronte di un 24,7% di studenti abruzzesi che studiava al di fuori della propria regione.
L’area disciplinare sociale è quella da cui proviene il maggior numero di laureati (44,1% nel 2008/2009), seguita da quella sanitaria (21%), scientifica (18,1%) e umanistica (16,7%).
Diversamente da quanto avviene per il sistema scolastico, nelle università abruzzesi la presenza di studenti stranieri è ancora molto limitata: nel 2008/2009 solo lo 0,85% dei laureati in Abruzzo era di cittadinanza straniera.
L’indagine sperimentale ha invece permesso di mettere in evidenza quali siano le facoltà in cui si registra una maggiore corrispondenza tra percorso di studio e successivo impiego, ovvero quali lauree permettano poi di trovare un impiego corrispondente al proprio ambito di studio. Hanno risultato far parte di questa categoria le lauree scientifiche (ingegneria, matematica e fisica, biotecnologie), sanitarie (medico-sanitarie, scienze motorie, chimico-farmaceutica) e in parte sociali (economia e scienze della formazione), mentre per le altre facoltà si registra una maggior difficoltà a trovare un lavoro coerente con la laurea conseguita.
Per quanto riguarda i Fabbisogni Formativi e Professionali espressi dal territorio, l’Osservatorio ha incrociato i dati sulla domanda soddisfatta di lavoro (derivata dall’analisi dei saldi tra lavoratori avviati e cessati nel 2010) e sulla domanda potenziale (derivata dal fabbisogno rilevato dall’indagine Excelsior-Unioncamere), col fine di evidenziare in quali settori si avvertisse un maggior fabbisogno di manodopera.
A questo proposito, i risultati dell’analisi hanno evidenziato come i settori in cui la domanda potenziale appare superiore a quella espressa, ovvero i settori in cui è ipotizzabile immaginare una crescita nel breve periodo della manodopera impiegata, sono le attività manifatturiere, le costruzioni, i servizi di alloggio e ristorazione e il commercio.
Si tratta d’altronde di settori che tra 2009 e 2010 hanno visto crescere significativamente il saldo tra lavoratori avviati e lavoratori cessati: nel settore manifatturiero il saldo è cresciuto dell’84,2%, nel commercio del 39,9%, nei servizi di alloggio e ristorazione del 18,1%, mentre nelle costruzioni si è registrata una riduzione rispetto al 2009 ma un forte aumento rispetto al 2008.
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