Trascuriamo i tanti che non votano?
(di G.Col.) – (Immagine: una promozione elettorale per il sì) – D’accordo, sicuramente un trionfo dei sì, un consenso bulgaro, una valanga e tanti altri paroloni che domani i giornali prenderanno in prestito da vocabolari spesso esangui in bocca a molti cronisti. Paroloni, per un risultatone che nemmeno i più ottimisti si aspettavano. Per l’acqua la gente è corsa a crociare il sì, e tanto che c’era, ha crociato anche gli altri quesiti, magari senza capire a fondo cosa chiedevano. La semplicità di linguaggio e di comunicazione non appartiene ad una politica che, spesso, sguazza e fa affari proprio quando meno si fa capire. Metodo alla Aldo Moro… Risultato bulgaro, quindi, ma non trascuriamo il gran numero di persone che non ha votato. La percentuale del 57% infatti è ben lontana dall’80-85% dell’affluenza in altri tempi. Quando gli italiani votavano. Non vanno trascurati, quindi, i tanti, pari al 43%, che la loro opinione non l’hanno scritta, non avendo fiducia in uno Stato – il nostro – che troppe volte non la merita. Un dato doloroso che, come altre volte, dovrebbe preoccupare i politici e indurli a correre ai ripari, prima di tutto per recuperare la fiducia della gente. Che, di voto in voto lo vediamo, è sempre minore. La sconfitta più cocente per uno Stato, per la politica, per le istituzioni, per i meccanismi elettorali elefantiaci e difficili: per un’Italia che è sempre più difficile amare. Con tutta la buona volontà . E soprattutto perchè tanti non hanno altri posti da amare. Dimenticate lo scostumato detto “chi altro non ha con la moglie va a letto”?
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