Testardi, purchè si perda tempo
L’Aquila – IL “MURO DI PETTINO” IN CONSIGLIO COMUNALE – Testardi e intenzionati solo a perdere tempo, portando in consiglio comunale (lunedì pomeriggio) un problema che un’altra amminiazione avrebbe risolto presto e bene. Parlano, quelli del comitato di Pettino, del cosiddetto “muro” che spacca a metà l’incrocio ss.80- via Madonna di Pettino. Un cordolone di cemento armato sul quale è stato scritto a vernice rossa “Berlino Est-Berlino Ovest”. Il cordolone spartitraffico infatti impedisce a chi scende da Pettino di svoltare sulla 80 verso il centro o di proseguire verso Pile. Bisogna svoltare a destra e percorrere la 80, convulsa e trafficata, cercando un modo per tornare indietro. Che molti trovano subito o facendo incredibili conversioni a U o manovre usando piccoli spazi privati a destra della 80. Tutto pericoloso, tutto a rischio incidenti. Ma meglio di un lungo percorso alternativo, fra l’altro non si sa bene verso dove. In parole povere, da Pettino non ci si può dirigere verso il centro.
A chi sia venuta in mente questa soluzione quanto meno bislacca, il Comune ovviamente non lo dice. Non gli bastano 3.000 o 3.500 firme su una petizione di cittadini, perchè in Comune ciò che chiedono i cittadini non trova accoglimento e neppure risposta alcuna. C’è l’abitudine di tenere la bocca chiusa quando si tratta di cittadini, e di parlare molto invece in televisione. Specie in vista delle elezioni.
Sarebbe bastato ripensarci su, togliere il muro, ripristinare una segnaletica decente e provvedere a costruire una rotatoria posticcia fatta con volumi di plastica bianca e rossa, che si collocano senza spese in attesa che la rotatoria sia finanziata e costruita. Stesso sistema che viene usato in tanti altri incroci e quadrivi, del resto, anche nella zona di Pettino. Testarsi e presuntuosi, non hanno voluto sentire ragioni e portano lunedì l’argomento in consiglio, in base ad interrogazioni. Non decideranno subito nè tanto meno interventi immediati in attesa di un progetto meno ottuso. Come dire: tutto resterà com’è. In barba alle 3.000 firme. Viva il sereno e limpido colloquio degli amministratori con gli amministrati. Dove? Non a L’Aquila, ma altrove.
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