CRAB, la resa di fronte a incuria e indifferenza della politica nei confronti della ricerca
Avezzano – IL PRESIDENTE DI STEFANO SPIEGA LE PROPRIE DIMISSIONI – La rinuncia di una persona per bene di fronte a persone per male che dominano la politica abruzzese, spocchiosa e mendace, specie quando si parla di ricerca scientifica, evidentemente un settore che ai politici non interessa. La rinuncia è quella del prof. ing. Paolo Di Stefano, che da oggi. come abbiamo anticipato ieri sera, non è più presidente del CRAB di Avezzano.
“Circa un anno e mezzo fa ho accettato l’invito e, quindi, l’impegno di presiedere il Consiglio di Amministrazione del Centro di Ricerche Applicate alle Biotecnologie di Avezzano (CRAB) per rilanciare la struttura sia sul piano scientifico che su quello della presenza sul territorio, convinto che questo obiettivo fosse condiviso, in particolare dalla Regione Abruzzo”. Lo ha detto questa mattina in conferenza stampa il prof. Paolo Di Stefano, annunciando le proprie dimissioni.
“Ho dovuto in questi mesi prendere purtroppo atto di un atteggiamento sostanzialmente indifferente della Regione rispetto alle esigenze dei suoi centri di ricerca ed una mancanza di qualsiasi tipo di programmazione. Ciò in contrasto con la recente propaganda mediatica finalizzata, soprattutto, ad evidenziare l’impegno finanziario della Regione a favore della ricerca” ha aggiunto Di Stefano.
“Ai reiterati rassicuranti messaggi sulla stampa, fatti da autorevoli esponenti, fa riscontro una realtà in cui i 26 dipendenti del CRAB non percepiscono le retribuzioni da 6 mesi e lo stesso centro versa in una situazione di sostanziale indigenza. I finanziamenti sono erogati con insostenibili ritardi e con modalità che spesso non ne consentono un uso utile al CRAB. A causa di ciò nell’esercizio 2010 si sono registrate consistenti perdite di bilancio.
Il tanto proclamato finanziamento, che ora sembra in procinto di arrivare, copre solo il 50% del fabbisogno annuale del CRAB ed oggi basta appena a sanare i debiti già contratti senza garantire l’operatività neanche in una prospettiva di breve termine. Devo ricordare che il finanziamento da parte della Regione Abruzzo è un atto dovuto in adempimento di una convenzione e di precisi impegni, non una mera pretesa del CRAB. Esso è necessario per il regolare funzionamento della struttura, per offrire un servizio alle aziende del territorio ed anche per l’accesso a qualsiasi altra fonte alternativa di finanziamento come quelle europee o nazionali.
Poco consolante è prendere atto che la situazione che vive il CRAB è comune alla maggior parte dei Centri di Ricerca della Regione Abruzzo la quale, nonostante i reiterati annunci, non riesce a promulgare una legge che risolva in modo strutturale e definitivo il problema del funzionamento dei Centri di Ricerca.
La persistente criticità finanziaria della struttura, che ho trovato fin dal mio insediamento, ha assorbito quasi totalmente il mio impegno nel Centro. Assicurare lo stipendio ai dipendenti è stato il mio obiettivo prioritario mentre, d’altro canto, la Regione Abruzzo richiedeva formalmente il ricorso agli ammortizzatori sociali come soluzione al problema determinato dai suoi mancati finanziamenti.
Devo, con rammarico, constatare che non sono stato messo nella condizione di poter attuare i programmi che mi ero prefissato. Prendo atto dell’impossibilità di operare e ritengo, perciò, doveroso rassegnare le mie dimissioni da Presidente e da consigliere di amministrazione del CRAB. Comunico, altresì che per le stesse motivazioni lascerà il Consiglio di Amministrazione del CRAB la collega Prof.ssa Silvia Bisti, Preside della Facoltà di Biotecnologie dell’Università dell’Aquila. Faccio notare che queste dimissioni si aggiungono a quelle, relativamente recenti, di altri 4 consiglieri.
Ancora una volta atteggiamenti miopi e poco attenti all’importanza che la ricerca ha per lo sviluppo di un territorio, hanno raffreddato entusiasmi e impedito l’attuazione di progetti innovativi. Forse è proprio questo che spiega il rallentamento economico che si registra nella nostra regione ed i recenti dati negati sull’occupazione”.
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