La Regione e i siti “appestati”
(di G.Col.) – La Regione si appresta alla distribuzione dei pani e dei pesci, ma non somiglia molto a Gesù Cristo. Anzi, per niente. I pani e i pesci sono le chiavette per le agenzie, le fonti dalle quali i giornali e le tv attingono le notizie. Ossigeno per loro. Da molti anni la Regione offre questo servizio e non ha mai saputo adottare un criterio equanime e giusto. Sceglie i giornali che le piacciono, ai quali dà anche pubblicità generosa. Do ut des?. Distribuisce a destra e a manca, e non sempre con oculatezza. Più spesso per altri motivi talora biasimevoli. Ma non vogliamo togliere l’ossigeno a nessuno, vivano pure tutti i mass media. In fondo, è pluralismo. Quest’anno, dopo gli iniqui limiti della volta precedente, la Regione ne ha posto uno categorico: niente agenzie ai siti on line. Sono appestati. Ai giornali come il nostro, che sono in regola, autorizzati e depositati in tribunale. Molti siti hanno più lettori della carta. Da anni operano sul territorio incontrando il favore e l’apprezzamento dei lettori, che per ogni sito si contano a migliaia. Badate bene: a migliaia. Ma a questo giornalismo la Regione non dà nè credito, nè sostegno, e neppure l’ossigeno delle agenzie. Ha deciso che non esistiamo. Ci chiude la porta in faccia, come ha fatto con la pubblicità istituzionale. Per noi è un grande onore, vuol dire che ci considera inaffidabili, incontrollabili, non addomesticabili, non fedeli al Verbo. Appestati, appunto. Ma, ripetiamo, la Regione non è Gesù Cristo e non ha Verbo. E’ solo lo stazzo di isterie di politicanti arrettrati e caparbi, abbarbicati al passato e ai suoi metodi. Vivremo lo stesso, cara Regione. Niente apprezzamento dalla politica, molto onore per noi.
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