“Il MAP? Lo chiedo in affitto”
L’Aquila – Riceviamo: “Sono una vedova con un figlio adulto e abito in un MAP. Non vi dico chi sono, altrimenti rischio che me lo tolgano o mi rendano la vita difficile più di quanto non sia già oggi per me come per tante altre persone a L’Aquila. La mia casa tra qualche mese, se sono vere le promesse del condominio e delle autorità , potrebbe tornare abitabile. Significherà tornare in un quartiere praticamente deserto e che sarà , quando accadrà , tutto un cantiere, quindi rumore, polvere, disagi, negozi lontani. La mia casa sta accanto ad eficici F che non so quando e se saranno mai restaurati. Preferisco il MAP, anche se spesso si guasta questo o quello e vivere somiglia molto a quei film sui campi di concentramento e le fughe dei prigionieri. Mio figlio ha un’altra casa e chi sa quando e come vi tornerà . La vita è spaesata e fluida, ma preferisco così. Chiedo al comune e a tutti coloro che decidono di fissare degli affitti per i MAP, in modo che chi vorrà restarci, magari per qualche anno ancora, possa farlo senza pesare sul denaro pubblico. Voglio pagare un fitto equo, giusto, e non restare a carico dello Stato. Ma non voglio tornare nella casa che fu mia, almeno per ora, anche perchè la paura del terremoto è tutt’altro che dimenticata. Lì dentro ho rischiato di morire da sola, e sono rimasta bloccata in una strada chiusa dalle macerie tra urli e disperazione. Fatemi pagare il fitto e disporre del MAP così almeno saprò dove dormire senza la paura del terremoto, accanto ad esseri diventi come me. Grazie di avermi ospitata, assicuro che come me la pensano in tanti”.
(Ndr) – L’argomento è serio e va tenuto in considerazione.Del resto, cosa faranno di tanti MAP i comuni quando – chi sa quando – non serviranno più alla cosiddetta emergenza, che si prospetta ancora lunga? Pagare un fitto sarà giusto e democratico. Poniamo il problema al presidente Chiodi e ai sindaci dei comuni del cratere. Almeno comincino a pensarci.
Non c'è ancora nessun commento.