Forest per confronto costruttivo
Bomba – PUNTI DI VITA SULL’IMPIANTO ESTRAZIONE METANO – La società americana Forest ha incontrato i cittadini di Bomba in un’assemblea pubblica sul progetto per la realizzazione di un impianto di estrazione di metano. “Il General Manager di Forest Italia, Giorgio Mazzenga, riferisce una nota, afferma che “La Forest ha recepito le istanze tecniche dei cittadini e della Regione Abruzzo, per migliorare il progetto e garantire la totale sicurezza dell’impianto. Siamo rammaricati che non ci sia stato modo di spiegarlo, visto l’eccessivo clima di contestazione verbale cui siamo stati sottoposti”.
Doveva essere un’occasione pubblica di confronto democratico sulle questioni che maggiormente preoccupano la popolazione di Bomba e gli amministratori locali dei comuni della Val di Sangro.
Il management di Forest Oil Corporation, venuto dal Colorado a Bomba per farsi conoscere e mettere a disposizione l’intero staff di progetto, ha trovato un clima cui non era stato mai abituato in 95 anni di attività, che non ha facilitato l’approfondimento delle complesse questioni relative al progetto di cui la Forest è titolare e che riguardano in particolare le emissioni, l’impatto paesaggistico e la subsidenza.
I rappresentanti della Forest e i 17 esperti presenti, italiani e americani della Proger, di Geocomp, di Paques e di URS (persone altamente qualificate, con molti anni di esperienza alle spalle) sono stati letteralmente travolti da una popolazione che “non voleva sentire ragioni” e che, per tutta risposta, rivolgeva agli intervenuti un continuo coro aggressivo fatto di improperi, insulti e fischi.
Questa è, purtroppo, la fredda cronaca dell’incontro avvenuto il 5 Giugno nel Comune di Bomba presso la Sala Pluriuso tra i cittadini della Val di Sangro e la società Forest.
«Noi siamo dei tecnici e non dei manipolatori, né degli abili trasformisti”, afferma il General Manager di Forest CMI Spa, Giorgio Mazzenga. “L’altro giorno abbiamo assistito a una vera e propria strategia finalizzata a creare più tensione e ansia di quanto ci dovesse essere. Abbiamo cercato di dimostrare, dati alla mano, che la subsidenza indotta dalla produzione del gas sarà minima e incapace di procurare danni ai versanti e alle strutture – tant’è che il Ministero delle Infrastrutture e Acea, che gestisce la diga di Bomba, hanno condiviso il nostro progetto; ma gli abitanti hanno detto che era una menzogna e che dovevamo andare via. Abbiamo cercato di spiegare che l’acido solfidrico sarebbe stato abbattuto naturalmente grazie a una “tecnologia verde” all’avanguardia e loro hanno detto che stavamo giocando con le vite umane. In definitiva, è stato impedito un confronto sereno e una corretta informazione basata sui fatti”.
Il clima dell’incontro non era certo congeniale ad una comunicazione su importanti aspetti tecnici e tale da non consentire una comprensione oggettiva di quanto veniva detto dagli esperti (e tradotto in italiano dai traduttori). Resta il dubbio che si tratti di un’occasione persa per un confronto democratico rispettoso di tutti gli stakeholders e dei principi di trasparenza che regolano il procedimento di approvazione regionale tuttora in corso.
Il dibattito in proposito tra gli stessi abruzzesi è molto acceso sui vari blog ambientalisti.
Forest tiene a sottolineare che è ancora disposta al dialogo, purché sia civile. Non vi è alcuna intenzione di forzare la mano e costringere la popolazione ad accettare il progetto se ci fossero degli elementi inaccettabili tecnicamente o ambientalmente. Forest vorrebbe semplicemente avere la possibilità di illustrare il progetto, come anche richiesto dalla Regione (assente però alla riunione) e dallo stesso Comune di Bomba.
L’intento della società – come riportato dal management di Forest – è quello di portare a conoscenza dei cittadini che l’attività dell’impianto non arrecherà alcun danno alla salute. La Centrale di Monte Pallano utilizzerà un processo biologico e non chimico-fisico per lo smaltimento dell’acido solfidrico dal gas naturale estratto. Si tratta di una tecnologia verde all’avanguardia, il sistema Shell-Paques, già utilizzato in circa 100 impianti al mondo, in grado di abbattere totalmente l’acido solfidrico attraverso l’utilizzo di batteri naturali. Questi batteri “mangiano” l’acido solfidrico trasformandolo in una pasta di zolfo innocua da utilizzare in agricoltura.
La società ritiene che i temi fondamentali del progetto (emissioni limitate, trasparenza delle informazioni, controllo della subsidenza e minimizzazione dell’impatto visivo) siano stati adeguatamente trattati nello Studio di Impatto Ambientale e su questi temi ha cercato di informare la cittadinanza e continuerà a farlo” conclude la nota.
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