Cliniche private, giustizia a due facce?


L’Aquila – (Nella foto palazzo Spada a Roma, sede del Consiglio di Stato) – Controversi rapporti tra la Regione Abruzzo e la giustizia amministrativa, ai suoi vari livelli. Che mostra spesso facce diverse, alcune volte in confusa contraddizione. Una volta la Regione ha ragione, una volta ha torto. Difficile capire quale sia l’unica direttiva giuridica che dovrebbe rendere meno aspri i rapporti tra l’istituzione e gli organi giudiziari. Il Consiglio di Stato, e questa è l’ultima novità, ha deciso che l’Abruzzo agì correttamente nel 2008, limitando i tetti di spesa relativi alle case di cura private. Esattamente il contrario di quanto ritenuto in precedenza dal TAR.
Ma cerchiamo di capire. Il CdS ha nei giorni scorsi deciso che la Regione era nel giusto, nel 2008, quando il commissario Redìgolo – allora in carica per la sanità abruzzese – tagliò vistosamente i tetti di spesa per la sanità privata: tanto e non più agli imprenditori che in Abruzzo hanno spesso fatto il bello e il cattivo tempo, caricando sulle casse regionali immensi costi. La Regione con Chiodi e Redìgolo disse basta e sforbiciò di ben il 30% i tetti, risparmiando decine e decine di milioni. I “clinicari”, che rappresentano un mondo potente e capace di esercitare ruoli di primissimo piano, come è sempre stato in Abruzzo, ricorsero al TAR e vinsero: tagli illegittimi e irregolari, disse la giustizia amministrativa di primo grado. La Regione convinta di aver agito correttamente ricorse a sua volta al Consiglio di Stato, che oggi le ha dato ragione. Viene fatto rilevare oggi, a sentenza emessa, che l’avvocatura dello Stato aveva a suo tempo sconsigliaro l’opposizione alla decisione del TAR, ritenendo non conveniente un ricorso. Oggi Chiodi ha detto che la Regione ha realizzato un imponente risparmio, scegliendo la strada percorsa, e che forse bisognerebbe fare chiarezza sui percorsi e sui rapporti tra la Regione e la giustizia amministrativa, che di recente ha bocciato tutti i riemensionamenti degli ospedali minori. Ancora una porta chiusa in faccia alla Regione. Difficile obbedire al governo che chiede risparmi, e sentirsi dire di aver sbagliato dal TAR. Dov’è la strada giusta?


08 Giugno 2011

Categoria : Cronaca
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