Giuliante: “PdL, c’è bisogno di discutere”
L’Aquila – Gianfranco Giuliante, segreteria regionale del PdL, scrive: “Il Presidente Berlusconi ha riconosciuto la sconfitta alle recenti elezioni. Ció solleva dall’esercizio sterile di imbastire teorie tendenti a dimostrare che si è quasi vinto, o non si è del tutto perso. Rinunciando all’equivoco, l’ufficio di presidenza del PDL, dopo una ” seria ed approfondita analisi” , ha sottolineato la ” necessità di rafforzare il Partito dotandolo di una organizzazione che consenta maggiore presenza e radicamento sul territorio e una migliore operatività ”. Una organizzazione che evidenzi la ri-nascita di un partito come soggetto unitario e non cone somma delle diverse anime che si sono unite, passaggio importante che è stato sottolineato con l’annuncio di un aggiornamento statutario che cancelli la regola del 70/30 (FI 70-AN 30). Ció comporterà , a breve, una stagione dei congressi con “opportuno ridisegno” della classe dirigente nelle singole federazioni. Il congresso impone l’eleborazione politica, l’intessere alleanze, affrontare criticità .
Il progetto condiviso e la capacità di aggregare sul territorio saranno il primo passo verso la rinascita di un partito organizzato, capace di ascoltare il cittadino e di intercettare consenso, che è forma e sostanza di una classe dirigente. Se questa è la prospettiva, sarebbe un errore se, qui ed ora, si rinunciasse ad una serena analisi di quanto, specificamente da noi, è accaduto, con il lucido intendimento di rimettersi in discussione, evidenziando errori e trovando soluzioni e/o elaborando alternative a quanto si è dimostrato inadeguato. A scanso di equivoci, si sottolinea che sono convinto che il risultato negativamente omogeneo in tutta Italia rende insignificante la ricerca parcellizzata dei colpevoli. Auspico, quindi, una convocazione, a breve, di una segreteria regionale che analizzi ció che è accaduto, ma affronti anche “temi emergenti” nell’agenda politica del centrodestra. Ad esempio, le primarie, che pure vengono evocate come metodo di ricerca dei candidati per le prossime competizioni elettorali!
È un percorso virtuoso o un vicolo cieco? Sono ipotizzabili senza un metodo che individui, in maniera chiara, la composizione dell’elettorato attivo e passivo?
Il sistema partiti è “preparato” a questa ipotesi che strutturalmente prevede una necessaria delega programmatica e strutturale ad un eventuale outsider, esterno al sistema?
Credo che ci sarà da discutere. È argomento che anche il livello nazionale sta affrontando. Non rinunciamo ad essere presenti con il nostro contributo; diventiamo coprotagonisti di una stagione che farà diventare un episodio negativo che ci ha colpiti una parentesi tra le tante vittorie del recente passato e le tante vittorie di un futuro ormai prossimo”.
Non c'è ancora nessun commento.