Torna Letta, speriamo che si arrabbi
(di G.Col.) – Torna il sottosegretario Gianni Letta (foto) al tavolo aquilano della cosiddetta ricostruzione, tra vip e vipponi che gli siedono a destra e a sinistra, come è stato nelle ormai tante riunioni precedenti. Speriamo che si arrabbi e distribuisca “cazziate” a tutti, perchè la ricostruzione, gentile sottosegretario, è uguale a zero. E’ scoccato anche giugno, e il 6 del mese il cucù del macabro orologio che scandisce il tempo della seconda vita (si fa per dire) dell’Aquila, dirà che sono trascorsi 26 mesi. Sì, dalla distruzione. Sono, per chi ama la forza enunciativa del numero, qualcosa come quasi 800 giorni. 800 volte il Sole è sorto sulle macerie, e 800 è tramontato. Ma l’assurdo, il grottesco, è che tutti giurano: i soldi ci sono. Cash. Letta, nelle riunioni precedenti, si è alterato, viene riferito, alzando la voce. Lui che è sempre così garbato, stile vecchia Inghilterra dal carattere ferreo e la voce modulata, pacata. Ma pragmatica, concreta. Da noi il nulla moltiplicato nulla che dà nulla. Ma tante chiacchiere, polemiche, diatribe, scontri, risse, insulti, interessi, affarismi, occhi di fuoco, spintoni, sgomitamenti. E per di più già pensano alle elezioni del nuovo sindaco!
Speriamo che Letta si arrabbi. Ma di brutto. Un’idea: revochi i diritti costituzionali, e ci mandi un generale con pieni poteri. Un dittatore, un dux dal polso di ferro, un prefetto Mori. Che ce ne facciamo della democrazia? La prendiamo solo in giro, la offendiamo.
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