Marinai infuriati: protetta prefettura, rabbia, scontri, traffico impazzito
Pescara – LA CAPITANERIA RIFIUTA DI CHIUDERE IL PORTO – DUE AGENTI DELLA P.P. IN OSPEDALE – Una situazione umiliante per la città e per tutti coloro che vivono sull’economia del porto canale, da mesi inservibile, mentre le operazioni di dragaggio (decise con gravissimo ritardo, dopo inerzie e omissioni finora impunite) sono ferme non si sa fino a quando: prima o poi doveva “scoppiare” e così è stato questa mattina. Una manifestazione della marineria pescarese, esasperata dall’inagibilità perdurante del porto canale insabbiato, ha assunto torni concitati. La protesta, dopo aver bloccato strade e provocato ingorghi di traffico e disagi, si e’ spostata in piazza Italia, davanti alla sede della Prefettura, dove il portone e’ stato chiuso e l’ingresso bloccato da polizia, guardia di finanza e carabinieri. Inutile il tentativo di sfondare il cordone creato dalle forze dell’ordine che sono riuscite a fermare i marinai, ormai in preda all’ira, e a placarli, ma la tensione e’ alle stelle e ci sono stati diversi “momenti di nervosismo”, come li ha definiti il vicario del questore Mario Della Cioppa. I marinai chiedono di incontrare il prefetto Vincenzo D’Antuono. Molti manifestanti da piazza Italia si sono spostati sull’asse attrezzato, paralizzando il traffico che ruota attorno ai palazzi di Comune e Prefettura e nella zona del porto. Nel frattempo in prefettura e’ in corso un incontro per ribadire la richiesta della categoria di chiudere il porto con una ordinanza della Capitaneria, in modo da consentire lo sversamento a mare dei fanghi dragati.
I marinai, esasperati, avevano in precedenza abbandonato la riunione con il comandante della capitaneria di Porto che ritiene di non poter chiudere il porto e avevano sfondato la porta della sede della Capitaneria, nonostante la presenza delle forze dell’ordine. Oltre alla paralisi della marineria a Verna e’ stato denunciato il blocco totale delle attivita’ commerciali che ruotano attorno al porto.
Il prefetto Vincenzo D’Antuono si e’ detto disponibile ad una chiusura parziale del porto, solo ai pescherecci, ma per la categoria non ha senso ed e’ necessaria invece la chiusura totale, per attivare una procedura d’urgenza e dragare i fanghi che si sono accumulati e rendono impraticabile il porto. “Bisogna presentarsi al governo centrale – dice Bruno Santori dell’agenzia Sanmar – e chiedere di intervenire. Fino ad oggi abbiamo assistito ad una farsa e sono stati gia’ spesi 2,5 milioni di euro”. In prefettura e’ arrivato anche il questore Paolo Passamonti e il suo vicario, Della Cioppa, ha tentato di far ragionare i pescatori e di prendere altro tempo, ma si annunciano nuove proteste. Durante gli scontri di questa mattina davanti alla Capitaneria due agenti della polizia provinciale sono rimasti feriti e sono finiti in ospedale.
SEN. LEGNINI – “Il Porto di Pescara e’ gia’ inagibile nei fatti: bisogna assolutamente riconoscerlo anche giuridicamente, non solo per salvaguardare l’incolumita’ degli operatori ma anche per consentire un piu’ rapido intervento di ripristino della normalita’, con una consistente accelerazione delle procedure ed il conseguente risparmio per l’erario”. Lo afferma il senatore abruzzese del Partito Democratico Giovanni Legnini, che dopo i fatti di questa mattina a Pescara ha presentato due interrogazioni urgenti ai ministri delle Infrastrutture, Altero Matteoli, e dell’Interno, Roberto Maroni. “La contestazione di oggi, frutto dell’esasperazione, va compresa nelle sue ragioni” sottolinea Legnini, “poiche’ non possiamo non evidenziare che qui stiamo parlando del lavoro di decine di operatori alle prese con ritardi e pasticci che non fanno onore alle istituzioni. Con la dichiarazione dell’inagibilita’, c’e’ la possibilita’ di una semplificazione delle operazioni di dragaggio, con un risparmio consistente di oltre 230 euro al metro cubo. Le responsabilita’ del Governo, della Regione e del Comune sono pesantissime” sottolinea Legnini, “ma ora va innanzitutto individuata e soprattutto attuata una soluzione immediata per rispondere alle esigenze di sicurezza e lavoro degli operatori marittimi e portuali. La presa d’atto dell’inagibilita’ e’ il primo e ormai non piu’ rinviabile passaggio. Nel contempo va individuata la soluzione definitiva della nuova infrastrutturazione portuale, che eviti il ripetersi di tale emergenza portando a completamento la procedura di approvazione del nuovo Piano regolatore portuale, strumento indispensabile per il governo del Porto e delle sue economie. E’ inconcepibile – cnclude Legnini – che a distanza di due anni nessun passo avanti sia stato compiuto per munirsi di uno strumento fondamentale come il Piano regolatore portuale di cui tutti i Porti italiani dispongono e che tutte le categorie invocano da anni”.
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