Ecco i punti di raccolta che non esistono

L’Aquila – Giri e rigiri per la città, cercando e verificando i punti di raccolta, o almeno quelli spacciati dal recente proclama comunale dell’assessore alla Protezione civile “in fieri”. Non ne trovi di diversi da quelli che sono sempre stati piazzali, piccoli e grandi spazi verdi quasi sempre sterrati e sporchi, periferie abbandonate, spesso senza neppure l’illuminazione, oppure addirittura spazi chiusi, nel senso che sono recintati e quindi non raggiunigibili da un’ipotetica folla in fuga da un evento sismico. L’ultimo dei quali, magnitudine locale 3,1, è peraltro di appena qualche giorno fa.
Giri e rigiri, quindi, quand’ecco che ti appare come un miraggio nel deserto il cartello verde su fondo bianco che dice “punto di raccolta”. Così dovrebbero essere, si suppone, quelli che giorni fa Riga ha definito “cartelloni” intendendo forse segnali, indicazioni stradali. Il cartello che vi mostriamo in foto è piccolo, stilizza un agglomerato di persone che si raccolgono e delle frecce. Uno suppone che dovrebbero comparire di segnali del genere in tutta la città, per indirizzare, in caso di bisogno, la gente verso il più vicino punto di raccolta. Da dinstinguere, si presume, da un punto di accoglienza attrezzato. Il cartello che abbiamo scovato non è l’unico, ce ne sono diversi altri in pochi metri, ma sapete dove sono? All’interno del recinto dell’Emiciclo regionale. Non si capisce bene quale punto indichino, chi li ha collocati lì e perchè. Non si capisce a dire il vero nemmeno dove sia questo punto di raccolta, forse nello spazio assai malridotto accanto al vecchio ingresso del parcheggio sotto l’Emiciclo. Ma quello spazio è chiuso. Nessuno potrebbe raccogliervisi. Comunque, vi presentiamo i segnali e i punti di raccolta che non ci sono. Il resto lo sa Riga, beato lui: gli aquilani no davvero.

31 Maggio 2011

Categoria : Cronaca