Paganica morta da due anni, solo le macerie degli altri
Paganica – Oggi buona parte della popolazione del centro di Paganica, che quando era in piedi contava 6.000 abitanti ed era la frazione più grande del comune dell’Aquila, ha preso pala e rastrello ed ha ripulito, per quanto possibile, il devastato cuore dell’abitato. Paganica assurdamente conta oltre 10.000 abitanti, ma solo grazie alla crescita forzata e innaturale dovuta al terremoto: quartieri del Progetto CASE sorti ovunque, anche nella vicinissima Bazzano e a Tempera. Il centro – pregevole e monumentale – è totalmente devastato. Si scorgono ancora le luminarie della festa del martedì di Pasqua che non vi fu, nel 2009, ma era stata preparata. Del resto, la tragica faglia sismica che ha generato il terremoto del 6 aprile è sotto gli edifici di Paganica, e punta dritta come una linea geometrica verso Onna. Qui si è scatenato l’inferno, emerso in superficie dall’ipocentro sotto la parte opposta dell’area aquilana, a 10 km di profondità . La faglia infatti è obliqua e “taglia” il sottosuolo quasi di traverso. La gente oggi ha strappato erbacce, rimosso rifiuti e rottami, ripulito una parte del centro. Ma l’enorme problema sono le macerie: non è stato toccato un sasso. Tutto come il 6 aprile, peggiorato da altri crolli, rifiuti, vegetazione, auto schiacciate e abbandonate. Un disastro desolante. L’ironia della sorte, che quando è beffarda è anche sardonica, sta nel fatto che l’unico sito per macerie esistente finora (per gli altri solo chiacchiere e promesse bugiarde da due anni) si trova a due passi da Paganica, e non è stato ancora preparato per accogliere macerie. Paganica si è preso tutto ciò che è stato rimosso fino ad oggi, ma niente delle proprie macerie.
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