Accademia Immagine, elogi e ricordi di Vittorio Storaro


L’Aquila – IL MAESTRO RICORDA LUCCI E L’ISTITUZIONE AQUILANA – (Foto: a Los Angeles con l’Accademia aquilana e un libro dedicato a Storaro pubblicato dalla Electa con l’Accademia) – La Repubblica ha dedicato un ampio servizio di Paolo D’Agostini a Vittorio Storaro, il maestro della fotografia cinematografica, nel quale si legge tra la’ltro: “All’ inizio degli anni Ottanta Storaro comincia a frequentare L’Aquila dove un gruppo di giovani cinefili appassionati, sotto la guida di Gabriele Lucci, hanno dato vita alla prima iniziativa seria e qualificata che del cinema sceglie di indagare non gli aspetti più indagati – regia, scrittura, recitazione – ma le altre arti e gli altri mestieri, la fotografia specialmente. Diventa un polo di attrazione per i pezzi più grossi, nazionali e internazionali. Per dirne uno: Nestor Almendros, mitico collaboratore di Truffaut. Diventa via via, da associazione culturale e piccolo festival, molte altre cose. «Diventa una vera università del cinema, l’ accademia delle arti e delle scienze dell’ immagine, centro didattico di eccellenza». Presso il quale per molto tempo Storaro insegna (ma sul serio, e cioè non limitandosi a fare la guest star conferenziera che concede un’ apparizione e via), e spinta propulsiva per un’ attività editoriale di grande valore alla Electa-Mondadori. Storaro, dall’ alto dei traguardi raggiunti, resta fedelmente e lealmente grato per i tre imponenti volumi su di lui pubblicati a partire dal 2001 sotto il titolo Scrivere con la luce, tanto che ora nel pubblicarne un quarto riassuntivo e definitivo con la sola Electa (incluso Dvd, 100 euro, onestamente non troppi per la confezione lussureggiante) ha voluto, dopo averne maniacalmente curato ogni minimo dettaglio, dedicarlo agli amici aquilani la cui attività è stata brutalmente interrotta dal sisma dell’ aprile 2009 e, malgrado impegni di facciata e stanziamenti virtualmente disponibili, tuttora bloccata. «In barba a quello che dovrebbe essere sentito come un patrimonio che onora la città».
Le parole del maestro sono la testimonianza più autorevole del valore dell’Accademia, le cui sorti sono incerte, e di cui nessuno parla. Siamo forse alla vigilia di novità che dovrebbero riguardare il Centro sperimentale di cinematografia e i suoi possibili futuri rapporti con l’Accademia aquilana, che comunque vadano le cose (e speriamo di saperlo presto), dovrà essere preservata e conservata nella sua identità e come scuola unica al mondo. C’è da augurarsi che questo sia l’intento di chi deciderà il futuro dell’istituzione. Il mondo culturale aquilano, tuttavia, se ancora ne resta traccia, soprattutto a livello istituzionale, dovrà impegnarsi a salvare davvero l’Accademia, impedendo che si dissolva in qualche altra cosa, magari gradita alla politica.


26 Maggio 2011

Categoria : Cronaca
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