Droga, armi e ‘Ndrangheta, quattro arresti: una raffineria per lavorare 100 kg l’anno
San Salvo – LA COPERTURA ERA UN’ATTIVITA’ COMMERCIALE – TRA LE ARMI UN CALIBRO 9 PARABELLUM – Una raffineria di droga riconducile alla ‘Ndrangheta e’ stata scoperta dai carabinieri del Nucleo investigativo a San Salvo. In una irruzione nella struttura i militari del comando di Pescara e di quello di Chieti, hanno sequestrato 2,5 chili di cocaina, materiale chimico per la raffinazione e 5 pistole. Quattro persone sono state arrestate. Si tratta per i carabinieri di una associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Tre degli arrestati sono di origini calabresi, e uno sarebbe il figlio di un capocosca della ‘Ndrangheta del Crotonese. L’operazione e’ scattata nell’ambito di una attivita’ investigativa coordinata dalla Dda dell’Aquila., con il magistrato Antonietta Picardi.
Gli arrestati sono Eugenio Ferrazzo, alias ‘Roberto il calabrese’, 33 anni, la moglie Maria Grazia Catizzone, 28 anni, entrambi crotonesi domiciliati a Campomarino (Campobasso), Rocco Perrello, 33 anni, di Scilla (Reggio Calabria), residente a Vasto e Alina Elena Anton, 27 anni, di origine rumena, residente a San Salvo, tutti con precedenti di polizia. Eugenio Ferrazzo, hanno spiegato i militari dell’Arma in conferenza stampa, era a capo del gruppo ed e’ stato gia’ arrestato in Ecuador nel 2003 per traffico internazionale di droga. E’ il figlio di Felice, capo dell’omonimo clan della ‘Ngrangheta della provincia di Crotone, protagonista negli anni ’90 di una atroce serie di delitti e di investimenti di capitali all’estero. Per i carabinieri di Pescara Eugenio Ferrazzo aveva intessuto in Abruzzo una vera e propria rete organizzativa: Perrello, amico di vecchia data, era il suo braccio destro, e si occupava di immettere la droga sul mercato, mentre la moglie era la sua aiutante nel procacciare lo stupefacente, anche dall’estero, per poi distribuirlo in Italia attraverso una rete di corrieri gia’ smantellata dai carabinieri. Durante l’operazione dell’altra notte, in via Celestino V, a San Salvo, i carabinieri hanno smantellato la raffineria di questa banda, dove si lavoravano fino a cento chili l’anno di droga. Il locale era quello di un’attivita’ di jeans che veniva usata come copertura. All’interno della struttura, e nelle abitazioni degli arrestati, c’erano insieme alle pistole e alla droga anche diverse sostanze chimiche, una pressa e dei cristalli rosa ancora da esaminare, oltre a diecimila euro in contanti, tutto finito sotto sequestro. Durante il blitz, i carabinieri hanno sequestrato anche due auto e due motocicli. Le indagini hanno preso il via lo scorso anno da un’altra indagine sul contrasto dei furti di auto di grossa cilindrata. Con l’operazione dell’altra notte i carabinieri ritengono di aver “stroncato il livello superiore. Il livello locale e’ stato costantemenete perseguito con altre operazioni – ha spiegato Galanzi – e stavolta siamo saliti di livello”. I carabinieri ritengono che il gruppo fosse pronto ad approdare a Pescara. Tra le armi sequestrate, pistole efficienti e di grosso calibro, una 9 parabellum o Luger, vedi foto, il calibro usato dalle forze di polizia, non reperibile sul mercato. Un enigma. Bisognerà anche verificare se le armi sono state usate in episodi di criminalità organizzata.
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