Cosa dovrebbe fare il presidente?


(di G.Col.) – I controsensi italiani, sintomo di forte disconessione tra politica e potere giudiziario, o forse solo della malapolitica, stanno mettendo alle corde il presidente Chiodi. Lui taglia spese, il TAR gli boccia i tagli. Non se ne esce. A questo punto, cosa dovrebbe fare il presidente? Premesso che non lo sa nemmeno lui, si può solo ricostruire sinteticamente e tentare di ragionale. Stando solo ai fatti e non alla politica e ai partiti.
Chiodi viene eletto e trova un buco nero di debiti, che fanno dell’Abruzzo una regione “canaglia”. I debiti sono spaventosi nella sanità. Roma gli ordina di risanare, altrimenti saranno tasse per gli abruzzesi. Lui risana, e può farlo in un solo modo: tagliando spese e strutture giudicate ridondanti, comunque sforbiciabili. Viene infatti sforbiciata la sanità, riducendo i costi degli ospedali. Viene promessa qualità sanitaria, ma serve tagliare. Chiodi taglia, si prende uno tsunami di improperi e insulti, proteste, cortei, sceneggiate. Tutti i “tagliati” ricorrono al TAR, che in molti casi boccia i tagli e ripristina tutti gli ospedali com’erano. Lo stato ordina di risparmiare, ma uno dei suoi poteri azzera i risparmi. Chiodi è – dicevamo – alle corde. “Cosa devo fare? Me lo dica Roma, vado a Roma”. A prescindere dalle ragioni e dai torti, come si può in questo paese governare o tentare di farlo? Venga indicata una strada, e lo faccia Roma. Stiamo affondando nel ridicolo, ma è comunque una tragedia. L’Italia in questo modo non può funzionare: come il moto perpetuo, che è fisicamente impossibile.



23 Maggio 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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