Puntelli: emblema dell’incapacità organizzativa aquilana?


(di Giampaolo Ceci) – (Foto: i mille puntelli nel centro storico e Giampaolo Ceci) – Gli edifici pericolanti con elevato pregio storico artistico devono essere messi in sicurezza e preservati; ancor più se sono pericolosi per la pubblica incolumità. Quelli non pericolanti e quindi non pericolosi invece no. Da quello che vedo tutti gli edifici aquilani del centro storico sono pericolanti. Un’intera città è stata puntellata…e spesso, anche senza un criterio scientifico.
Questa decisione ha “congelato” immotivatamente tutto il centro storico Aquilano. In un mondo in cui nessuno risponde più delle sue azioni mi piacerebbe sapere chi ha preso questa decisione poco ponderata per chiedergliene le ragioni.
Certo che se le puntellazioni servissero per preservare gli edifici lesionati o pericolanti, allora la decisione sarebbe sacrosanta, ma da ingegnere, mi sorge pure il dubbio che in molti casi le puntellazioni derivino da una valutazione politica, in quanto da un punto di vista tecnico, non servano proprio a nulla … anzi.
Più che preservare i cittadini dai crolli sembra quasi che si sia voluto puntellare in attesa delle decisioni sulla ricostruzione, quasi a volere sancire il diritto ai contributi.
D’altro canto, nel quadro caotico dell’organizzazione delle messe in sicurezza, si deve rilevare anche che la valutazione tecnico progettuale delle messe in sicurezza, in alcuni interventi, sembra quantomeno improvvisata.
Riempire un palazzo di tiranti e puntelli, a volte messi alla rinfusa senza criterio apparente non, è un’operazione scientifica. Non si può abbondare solo e per essere più sicuri.
Eppure l’Aquila è città universitaria con tanto di facoltà di ingegneria. Possibile che nessun ingegnere alzi il dito e si ponga delle domande sull’utilità di questo scempio urbano?
Non mi pare si sia levato alcun grido di disapprovazione né dai tecnici né dai politici locali.
Perché si scandalizzano solo i tecnici esterni che guardando increduli gli interni di alcuni edifici puntellati si rendono conto subito delle reali motivazioni di questo sperpero di denaro pubblico e solo per cortesia non dicono ciò che pensano come invece sto facendo io?
Non mi meraviglierei se qualche magistrato chiedesse ad un tecnico indipendente una valutazione oggettiva sull’utilità di quanto fatto in alcuni palazzi Aquilani.
L’immagine che L’Aquila sta dando della ricostruzione non è buona.
Non un disegno strategico per la ripresa socio economica del cratere, non un disegno organizzativo ragionato su come organizzare la ricostruzione delle case, litigiosità perenne e rimpalli continui di responsabilità, Risultato? Macerie per le strade, Centro storico transennato a due anni dal sisma, indecisionalità e imperizia tecnica a tutti i livelli, organizzazione della macchina organizzativa a dir poco lenta e burocratizzata al massimo, funzionari che rubano, imprese mafiose, sperpero per opere inutili, furbetti che ridono e magistratura perennemente in azione.
Si dà all’Italia l’immagine di una città allo sbando senza una classe dirigente competente e responsabile, senza regole né dirittura morale, che cerca solo di speculare sulle ingenti risorse del sisma.
Ecco perché affermo che i puntelli sono l’emblema dell’incapacità organizzativa della città.
Ci sono dei momenti i cui bisogna avere il coraggio di non fare ciò che ci conviene, ma di fare solo ciò che è giusto, costi quel che costi. I nostri padri garibaldini e partigiani che ho hanno insegnato.
Gli Aquilani più intelligenti sanno di cosa parlo, qualcuno deve pur assumersi l’ingrato compito di ricordarlo anche a tutti gli altri.


22 Maggio 2011

Categoria : Cronaca
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