Delitto Rea: Melania fu aggredita mentre era accovacciata nel bosco del Teramano?


Ascoli Piceno – C’E’ ANCHE UN’INCHIESTA MILIARARE IN ATTO – Delitto in territorio di Civitella del Tronto, tra le 14 e le 17 del 18 aprile. La tragica storia di Melania Rea pare dipanarsi in qualche elemento certo. Questo vuol dire che è molto probabile che gli atti siano restituiti dalla Procura di Ascoli a quella di Teramo, che risulterebbe, una volta accertato il luogo del delitto, competente per territorio. Melania sarebbe stata avvicinata e aggredita dal suo assassino (o dai suoi assassini) mentre era accovacciata per orinare, come fanno pensare i suoi pantaloni, trovati abbassati sul corpo senza vita, straziato da oltre 30 coltellate. Tutto ciò sarebbe avvenuto nel bosco delle Casermette, appunto in territorio di Civitella del Tronto, che è in provincia di teramo. Secondo l’anatomo patologo Adriano Tagliabracci, la donna sarebbe stata colpita anche alle spalle, proprio mentre era accovacciata. Tagliabracci è stato sentito questa mattina dai giornalisti a Perugia. La relazione completa sul delitto Rea sarà comunque consegnata alla magistratura nei prossimi giorni: contiene tutti gli elementi di certezza derivati dall’autopsia e dall’accurato esame del corpo della giovane madre. Secondo quanto risulta, Melania sarebbe stata aggredita in modo repentino e veloce, senza avere il tempo di difendersi, e colpita anche dopo morta. Uno scenario agghiacciante di ferocia e di furia cieca. Per ora non vi sono indagati. La Procura e i carabinieri continuano a sentire persone ed esaminare oggetti sequestrati, tra i quali un computer del marito di Melania, il caporalmaggiore Salvatore Parolisi. Il delitto, finora, è un giallo senza spiragli di soluzione. Ma c’è chi pensa che nel trasferire a Teramo gli atti, la Procura di Ascoli fornirà indicazioni di rilievo e forse anche qualche nome di persona indagata. Naturalmente sono solo ipotesi e indiscrezioni: le fonti ufficiali non fanno intendere nulla in questo senso.
A quella della Procura, si affianca da qualche giorno anche un’inchiesta dello Stato maggiore dell’esercito, che ha inviato i suoi ispettori nelle strutture militari in cui si trovano le soldatesse addestrate ad Ascoli da Parolisi, o almeno quelle di cui si dice che abbiano avuto relazioni con il sottufficiale. Intento dei vertici militari è stabilire se in alcune di tali relazioni (che pare siano state numerose) si siano create tensioni e rapporti difficili, in grado di suscitare rancori e sentimenti ostili.


21 Maggio 2011

Categoria : Cronaca
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