Il silenzio e il santuario di Karol
(di G.Col.) – Il silenzio e il freddo sono la caratteristica dominante nell’Universo intero, dal Big Bang ad oggi, 14 miliardi di anni. Il silenzio è una traccia universale che aleggia sulle montagne della Terra. Silenzio sovrano, altissimo, come sul Gran Sasso, dove domani 18 maggio la piccola chiesa di San Pietro alla Ienca diventerà santuario di Karol Wojtyla. Lassù andava a rifugiarsi il vecchio papa, e se ne stava – ormai sfiancato e provato dalle malattie – ore a guardare le montagne, il cielo, i rovi, le bacche rosse, greggi lontane sui pascoli, uccelli guizzanti nel cielo sereno. La sua mente si spingeva chi sa dove, tra pensieri mistici e ricordi di remote montagne della natia Polonia. Che non avrebbe più rivisto. La vicinanza con il Padre della sua fede era palpabile, sul Gran Sasso, e non c’era bisogno di parole. La natura non ha bisogno di suoni. La musica è un dono per le orecchie nell’uomo, ma nel silenzio dell’Universo non occorre. Domani San Pietro piccolo, come ormai chiamano la chiesina scabra e sassosa, sarà un santuario, una meta per pellegrini, un posto suggestivo per chi sa percepirlo. Molti, probabilmente. Anche chi non sa parlarne. L’Aquila se n’è accorta? Pare di no. Tutti tacciono, sono distratti dalla grossolanità delle cose quotidiane. Non è un male. Karol lassù cercava pace e silenzio, un po’ del silenzio che pervade l’Universo dal primo miliardesimo di attimo ad oggi.
Non c'è ancora nessun commento.