Artigianato, che tonfo in Abruzzo: -335 imprese in tre mesi per CNA
Pescara – CHI STA PEGGIO E’ IL CHIETINO – Nel primo trimestre del 2011 le imprese artigiane abruzzesi hanno registrato una flessione di 335 unita’, tornando cosi’ a registrare un risultato allarmante come quello del 2008 e del 2009. In termini percentuali, la diminuzione e’ stata pari allo 0,92 per cento, superiore al -0,78 per cento nazionale. Sono i dati forniti oggi dal centro studi della Cna abruzzese, che ha analizzato i dati di Infocamere, il sistema informatico delle Camere di commercio italiane. “Dopo il soddisfacente risultato conseguito nel 2010, ha fatto notare il responsabile del Centro studi, Aldo Ronci, si e’ avuto un andamento negativo sottolineato dal fatto che, al contrario, le imprese non artigiane hanno realizzato addirittura un incremento pari a 157 unita’”. Per le imprese artigiane le perdite piu’ significative sono avvenute nel settore delle costruzioni (-114), nelle attivita’ di produzione di beni (-106), nei servizi (-60). Distinguendo tra le quattro province, nessuna sfugge al decremento, con Teramo a -48, Pescara a -67, L’Aquila a -83 e Chieti a -137, sovvertendo i dati dell’anno scorso. Un caso emblematico e’ quello di Chieti, la provincia tradizionalmente a piu’ alto tasso di sviluppo delle attivita’ produttive della regione: il decremento e’ stato piu’ significativo li’ che altrove. Per L’Aquila si nota invece la fine dell’effetto sisma sulle piccole imprese locali che aveva contraddistinto il primo trimestre del 2010, con un aumento (di 65 imprese) che ora e’ svanito. Commentando i dati il presidente della Cna, Italo Lupo, ha detto che “non stiamo uscendo e non ci usciremo dalla crisi se non ci sara’ una grossa iniezione di liquidita’. Manca una politica di incentivazione delle attivita’ e dei nuovi investimenti. Noi aspettiamo dei segnali dalla Regione e dal governo nazionale. Ci sono dei fondi da sbloccare, ma ancora non si riesce a risolvere nulla”.
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